Franca Rame, l'addio di una piazza rossa

Franca Rame, l'addio di una piazza rossa

Autocommiato per Franca Rame sepolta nel Famedio vicino a Enzo Jannacci. La sua fantasia - unica voce femminile in mezzo a tre uomini: il marito Dario, il figlio Jacopo, il sindaco Pisapia - ha parlato post mortem nei giardini del teatro Strehler, grazie a un racconto inedito dell'attrice ispirato ai testi apocrifi dell'Antico Testamento: «La scelta di Eva». Un commiato sacro, letto dal marito Dario Fo, come sacro è il recinto del teatro che nella storia del rapporto tra l'umanità e Dio eguaglia il tempio. Nel Paradiso Terrestre Eva, creata prima dell'uomo da un'argilla «fine e delicata», come nei miti della Grande Madre, vaga sola finché chiede a Dio un compagno di vita. Dopo la creazione di Adamo, Dio pone Eva davanti a due alberi: la pianta dell'immortalità e la pianta «della sapienza, della conoscenza, del dubbio, dell'amore, della morte». Eva sceglie la seconda.
Non vi è sapienza senza lo dubitare, ma nessuno ha avuto un dubbio tra i molti e soprattutto le molte presenti, tra cui Beppe Grillo, Stefano Benni, Inge Feltrinelli. Tutte e tutti con un fiore rosso, un paio di collant rossi, una rabbia ancora e sempre rossa, hanno affollato il piazzale davanti allo Strehler, in una massa più politica che popolare come fu al funerale di Enzo Jannacci, dove la folla di semplici e poveri era davvero fitta, semplice e povera, soprattutto di spirito, l'unica povertà compagna del pensiero in forse.
«E questo è il fiore del partigiano»: un verso di «Bella Ciao», cantata da donne e uomini come voleva l'autrice, senza alcun scoraggiamento, convinte e convinti d'essere nella verità, come in una chiesa all'aperto non cullata dalla profezia, che fa parlare una voce libera nel cuore della verità, libera come il libero arbitrio, ma cementata dall'ideologia che ha una fede più cieca della fede stessa.
Dario ha ricordato che i testi nascevano con Franca e che gli spettacoli di maggior successo sono stati quelli ispirati da lei e dal suo coraggio. Mancava solo un passo affinché Dario - Adamo facesse l'unico atto di coraggio richiesto dalla scelta di Eva di avergli regalato sì la morte ma anche l'amore: dedicarle il Nobel, che si è abbondantamente guadagnata. Il Nobel è di Franca Rame: ci sarebbe piaciuta questa dichiarazione che non è avvenuta.
«Dio è comunista e femmina» ha gridato Jacopo Fo, contrassegnando così quel Dio, tratteggiato dalla madre Franca nel suo racconto. Abbiamo alcuni dubbi su questa teologia impostata della famiglia Fo. Ma se Dio è comunista, come ha potuto lasciare a Eva la libertà di scegliere tra i due alberi? Chi cantava «Bella Ciao» ieri ha ubbidito a un credo vetusto da non rendersi conto, soprattutto le donne, che non c'è stata una donna che abbia ricordato Franca, nemmeno una delle nipoti.

Solo tre maschi, a cui come sempre le donne hanno fatto solo da cornice. «Dio è femmina»: vero, perché è puro dono e lascerebbe al partigiano la bellezza di scegliere se un fiore rosso sia il simbolo di un'ideologia o il segno della sacra, immortale passione d'amare.

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