L inguaggio e accordi «molto complessi», sostengono gli esperti di improvvisazione e sperimentazioni riferendosi alla produzione di Kurt Rosenwinkel (nella foto). Chitarrista statunitense e compositore jazz che ha iniziato a emergere negli anni Novanta. Si deve all'iniziativa di personaggi come Antonio Zambrini, pianista e docente al Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Milano, se protagonisti come appunto Rosenwinkel vengono portati a conoscenza del pubblico italiano, in particolare questa sera del pubblico milanese. L'appuntamento con Zambrini e il gruppo che l'accompagna è a partire dalle ore 22 alla Buca di San Vincenzo, a Milano.
«Proporremo così - fa sapere il pianista milanese noto anche per un suo brano rimasto (arci)famoso, Antonia (ripreso anche dal collega Stefano Bollani) - alcuni pezzi di un autore che appare molto complesso e molto affascinante, e chitarrista a sua volta».
Rosenwinkel, al principio del suo percorso influenzato da jazzisti del calibro di Pat Metheny e John Scofield, ha poi proposto un linguaggio sempre più personale ed eterogeneo, ispirato anche da artisti come
George Van Eps e Ben Monder, e ancora Lennie Tristano e John Coltrane. Nel suo particolare modo di suonare, caratterizzato da complesse armonie, fa spesso uso di effetti e pedale. Nelle improvvisazioni canta nota per nota.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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