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Gambizzato in via Creta, un arresto

Tradito dagli occhiali finisce a San Vittore il «rapinatore gentiluomo»

Gambizzato in via Creta, un arresto

Si chiama Davide Pezzolla, ha 35 anni ed è finito in manette grazie alle indagini degli investigatori della squadra mobile coordinati dalla Procura. Accusato di porto illegale di armi, ricettazione e lesioni personali aggravate, il 25 novembre l'uomo ha gambizzato per strada, sotto i portici, un altro italiano, il 41enne Roberto S., «colpevole» di non aver risposto a una sua domanda sul conto di un giovane che entrambi conoscono. Il fatto era accaduto nel tardo pomeriggio in via Creta, in zona Forze Armate.

Pezzolla non ha ancora spiegato agli inquirenti il motivo del suo gesto e i motivi della gambizzazione restano perciò tuttora un mistero, ma pare che la vittima non fosse il vero destinatario dell'agguato. L'aggressore avrebbe infatti incontrato Roberto S. mentre in realtà stava cercando altre persone. Quindi ha finito per ferire lui con due colpi di pistola a una gamba. Durante la colluttazione con la vittima e altre due persone che ha preceduto di qualche secondo il ferimento, dopo aver chiesto informazioni su dove fosse appunto il suo vero bersaglio, Pezzolla aveva perso un paio di occhiali da vista. Uno smarrimento che ha aiutato e non poco la polizia a rintracciarlo. Durante la perquisizione dell'appartamento di Pezzolla era stata trovata infatti la custodia di quegli occhiali e subito dopo erano scattati gli accertamenti nel negozio di ottica in cui li aveva acquistati. L'uomo ha precedenti per reati contro il patrimonio e per droga.

Nel marzo 2009, a soli 24 anni ma già pregiudicato, Pezzola era stato arrestato per aver rapinato due agenzie cittadine della Popolare di Sondrio in poco più di un mese: in viale Corsica (bottino da 21mila euro) e in via San Gerolamo Emiliani, in zona piazzale Lodi, dove lui e il suo complice

razziarono 22mila euro. Nell'ultimo colpo i due balordi avevano tenuto in ostaggio i dipendenti per oltre mezz'ora e, prima di scappare, avevano lasciato una rosa. Così vennero definiti dai giornali «rapinatori gentiluomini».

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