Gilardoni, il canottiere che batte i record

Gilardoni, il canottiere che batte i record

Undici titoli mondiali non gli bastano; l'essere il canottiere più titolato del mondo (nel 2011 ha superato i 10 titoli della leggenda Matthew Pinsent) non gli fa un baffo. La Nazionale l'ha giubilato dopo avergli tolto la soddisfazione di partecipare ad almeno una Olimpiade (a Pechino 2008 è stato riserva), ma il 38enne Daniele Gilardoni fa spallucce, guarda avanti e, proprio per mettere spalle al muro chi lo considera un «vecchietto» va a prendersi un nuovo record mondiale ed entra nel Guinness dei primati. Ventiquattro ore al vogatore non è una cosa di tutti i giorni, ma in dieci ci hanno provato, 6 uomini e quattro donne, e dalle 12,05 di sabato alle 12,05 di domenica, all'isola d'Elba si sono portati a casa il record mondiale di remoergometro nella categoria pesi leggeri misti, con la distanza di 393 chilometri e 823 metri, spazzando via il precedente tempo dei danesi che avevano remato per 360 chilometri e 601 metri. Non è una specialità olimpica ma il pluri iridato Gilardoni l'ha presa sul serio, coinvolgendo le azzurre Erika Bello, Paola Mancini, Chiara Sacco e Sabina Lanzoni del Cus Pavia. Gli altri protagonisti sono stati i vari Carbone, Cantera, Marzocchi, Del Vecchio, Martelli tutti trascinati dal furore agonistico del «Gila» che alla sua amata federazione ha mandato un preciso messaggio: dopo gli scarsi risultati ai recenti mondiali di Amsterdam sono pronto a rientrare per far crescere i giovani e per il bene del canottaggio. Il fatto è che Gilardoni per un anno è stato a Manchester come atleta e come allenatore del Circolo Agecroft e, al rientro, pensava di poter rientrare nei programmi federali ma... nemo propheta in patria e il buon «Gila», anche membro della giunta Coni della Lombardia, si è preso una bella rivincita con chi l'aveva prematuramente accantonato alla Federcanottaggio durante la precedente presidenza Gandola. «Ho ricevuto richieste da Germania, Ungheria, Stati Uniti, Brasile e ancora Inghilterra per allenare le loro nazionali», afferma il bellagino, «la cosa mi fa piacere ma vorrei poter essere utile al nostro canottaggio, dando una mano ai giovani nei prossimi 8/10 anni, il tempo necessario per creare un campione. E in Italia ce ne sono tanti, però a un certo punto si perdono».

Non vuole fare polemiche Gilardoni («Vorrei tanto

tornare a risentire il nostro inno ai mondiali»), ma per ora si accontenta di essere ancora sul tetto del mondo e aspetta una chiamata dal nuovo presidente Giuseppe Abbagnale (si, proprio uno dei mitici «fratelloni d'Italia»).

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