I Giochi sono fatti, Varnier ad di Milano-Cortina

Stretta sulle olimpiadi invernali. Il ministro Abodi proporrà il nome a Meloni. E vuole commissariare altre opere

I Giochi sono fatti, Varnier ad di Milano-Cortina

Habemus papam. Dopo lunghe trattative e toto-nomi, i Giochi sono fatti, sarà Andrea Varnier (nella foto) il nuovo amministratore della Fondazione Milano-Cortina 2026 e prenderà il posto ricoperto finora da Vincenzo Novari. Veronese di nascita, 58 anni, è stato ad della società Filmmaster Events che ha diretto l'evento di preparazione della candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024 (assegnate poi a Parigi). Oggi chief executive officer della società di intrattenimento Costa Edutainment, Varnier è legato da vent'anni al mondo olimpico. Il debutto nel 2001 come direttore Immagine ed eventi per i Giochi invernali di Torino 2006, poi consigliere Icc per Pechino 2008. Risponde perfettamente al profilo tracciato ieri dal neo ministro dello Sport Andrea Abodi.

A Milano per l'evento «Sport Industry Talk 2022» accanto al sindaco Beppe Sala e al presidente del Coni e della Fondazione Milano-Cortina Giovanni Malagò, il ministro non si è sbilanciato sul nome ma ha riferito di dato «prevalenza al metodo, ossia la definizione di un profilo, la sua storia professionale, anche la sua dimensione caratteriale. Secondo me il migliore in assoluto non necessariamente va bene, serve il migliore nel relativo, qualcuno che possa entrare entro pochi giorni nel ruolo sapendo già di cosa si tratta, non solo una donna o un uomo di successo nel suo mestiere, ma in un mestiere particolare, meraviglioso e affascinante: gestire le Olimpiadi». Tra i nomi in pole c'er anche Diana Bianchedi, giò coordinatrice del progetto olimpico, per lei si preparerebbe il ruolo di direttore generale. Abodi ha scelto dunque il nome, condiviso ieri con il governatore Attilio Fontana e Sala (con cui Abodi si è intrattenuto anche a Palazzo Marino) e con entrambi ha già preso contatto Varnier. La nomina ufficiale spetterà però al premier Giorgia Meloni.

Il ministro anticipa anche che «sarà commissariare qualche altra opera e fare in modo che tutti i nodi vengano sciolti». A Milano «le questioni più critiche sono state superate con l'apertura del cantiere del villaggio olimpico a Porta Romana. Il PalaItalia a Santa Giulia ha tempistiche legate alla sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso» della famiglia Cabassi. Non interviene sul match tra Sala e il sottosegretario Vittorio Sgarbi pronto a chiedere il vincolo per non abbattere lo stadio di San Siro, e punge il collega; «Io nel rispetto delle competenze al momento taccio, e mi pare che in alcuni casi sia anche una buona pratica».

Sulla velocizzazione delle opere infrastrutturali in Lombardia e Veneto anche Malagò fa pressing: «La parola commissariare non rende bene l'idea ma bisogna creare una dinamica normativa che acceleri, senza regalare nulla, ma non possiamo stare fermi un anno e mezzo per sapere se si può realizzare un'opera oppure no, perchè ci sono ricorsi». Si è «perso del tempo, lo sappiamo, e non possiamo più permetterci assolutamente di sbagliare nulla».

E il ministro ha firmato ieri anche la lettera di sostegno inviata all'Uefa per la candidatura della Federcalcio relativa all'organizzazione dell'Europeo 2032 in Italia che serviva per far partire l'iter, tra le dieci città ospitanti c'è anche Milano con lo stadio di San Siro. Vecchio o nuovo, si vedrà.

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