Cronaca locale

Di giorno libraio, la notte l'hard rock

Di giorno libraio, la notte l'hard rock

Di giorno dispensa perle di cultura alla Libreria di Corso San Gottardo (dal 2004), in zona Ticinese, consiglia libri, suggerisce acquisti, partecipa a presentazioni dei vari autori. Di sera si trasforma, scioglie la lunga coda di cavallo, si mette a tracollo la mitica Eagle o la fidata Yamaha e si scatena nell'hard rock metal col complesso dei Tyrant da lui fondato nel 1984.

Giovanni Testori (solo omonimia con lo scomparso scrittore milanese), 48 anni, niente a che vedere con Dottor Jekyll e Mister Hyde, vive una doppia vita nel più sereno dei modi. Sposato con Gabriella, il figlio Andrea di 9 anni che si tappa le orecchie nell'ascoltare questo rock estremo, coltiva la passione per la musica al punto da essere diventato un'icona del rock sotto la Madonnina. I milanesissimi Tyrant, sulle orme dei californiani autori del leggendario Legions of the dead , si sbattono sin dagli anni Ottanta per proporre il loro heavy metal variegato e, senza puzza sotto il naso, suonano laddove sia possibile, locali, piazze, vie cittadine, palazzetti, mostrando oggi come allora quella dote che solo i grandi posseggono: l'umiltà.

Cresciuto in zona Gambara, Testori ha sentito il richiamo della chitarra in prima media, tentativi subito abortiti («Ero un disastro a suonare nelle feste in casa») ma a fine anni Settanta, sull'onda dei Bee Gees, Kiss, Iron Maiden e Ted Nugent trova l'ispirazione (galeotta fu I was made for living you dei Kiss), si esibisce con la sua chitarra ritmica («La prima fu una Honda regalatami da mio padre, poi a 300mila lire presi la Eagle che uso tuttora») all'oratorio Nabor e nel 1984 con Federico «Fico» Beccalori (basso) fonda i Tyrant. «I nostri riferimenti erano i Motherhead, Judas Priest, AC/DC e Saxon, insomma quanto di più estremo potesse essere la musica», precisa Testori.

E lì inizia l'avventura, esibizioni e concerti nei posti più impensati in Italia e all'estero, il passaparola come veicolo pubblicitario, gavetta a non finire e oggi la consacrazione, se vogliamo definirla così, con il loro primo album: Blues, booze & nothin' to lose . «Blues dall'uso dell'armonica che utilizziamo anche in qualche pezzo folk, booze dalle nostre serate goliardiche e nothin' to lose perché effettivamente non abbiamo niente da perdere e questo è il coronamento della fatica di 30 anni di musica, amicizia, sudore e divertimento passati sui palchi underground milanesi», afferma Testori leader dei «Tiranni meneghini» che comprendono anche Samuele Marchetto (voce e armonica), Sandrone (batteria) e Steve Fasoli (chitarra). «Siamo partiti dai panini e birra nei pub del Naviglio e anche ora ci accontentiamo di poco.

Quanto? Anche di 100 euro a serata, perché non abbiamo un'agenzia che ci supporti e qui in Italia, a differenza di quanto avviene all'estero dove pagano bene, la musica non è considerata cultura», conclude un comunque sorridente Testori.

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