«Giudizio immediato per i soldati Isis»

Processo con rito immediato. È la richiesta della Procura di Milano per il pakistano Muhammad Waqas e il tunisino Lassaad Briki, arrestati dalla Digos lo scorso luglio a Manerbio, nel Bresciano. L'accusa è di terrorismo internazionale. Se il gip Elisabetta Meyer accoglierà l'istanza del pm Enrico Pavone e del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, si salterà la fase dell'udienza preliminare e si potrà fissare direttamente il processo.Questo tipo di richiesta viene avanzata quando l'accusa crede di avere elementi soddisfacenti a carico degli indagati. I due presunti jihadisti legati all'Isis parlavano nelle telefonate intercettate di attentati da compiere in Italia, tra cui un attacco alla base Nato di Ghedi, a Brescia. Inoltre si muovevano per reclutare combattenti per lo stato islamico, offrendo 500 dollari al mese agli aspiranti terroristi. E le indagini li hanno identificati come gli autori dei celebri «selfie»-minaccia contro le istituzioni italiane, scattati in luoghi simbolo come piazza Duomo a Milano o il Colosseo a Roma e poi postati sui social. I biglietti fotografati riportavano messaggi come «siamo nelle vostre strade, siamo ovunque, stiamo localizzando gli obiettivi in attesa dell'ora X».

Proprio grazie all'analisi informatica sulla provenienza delle immagini gli investigatori della Digos sono arrivati agli indagati. Che, secondo l'accusa, erano pronti a passare «dalla militanza da tastiera a quella reale».CBas

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