La giustizia in tilt: tribunale aperto, cancellerie chiuse

La giustizia in tilt: tribunale aperto, cancellerie chiuse

Il 14 settembre doveva essere l'ultimo giorno di vita del palazzo di giustizia di Desio, soppresso dal governo insieme a centinaia di tribunali o di vecchie preture troppo piccoli per essere tenuti in funzione. In Lombardia la spending review del governo ha investito i tribunali di Crema, Vigevano e Voghera oltre a tutte le «sedi staccate», le succursali sparse sul territorio: come era appunto quella di Desio, filiazione del tribunale di Monza. Da due settimane, ufficialmente Desio non esiste più. Ma di fatto nel palazzetto di via Guido Galli, i processi continuano a venire celebrati quasi come prima. Quasi.
I gudici, infatti, si presentano in aula. Gli avvocati anche. Gli imputati pure. Ma i cancellieri no. Fisicamente sono presenti, ma è come se non ci fossero. Siccome quello di Desio in teoria non è più un ufficio giudiziario, non può ospitare più nè cancellerie è fascicoli. Quindi tutti i fascicoli sono stati portati a Monza. E per poter celebrare i processi fanno su e giù, tutti i santi giorni, mattina e pomeriggio. Se alla fine dell'udienza nell'aula di Desio un avvocato vuole consegnare una istanza, al cancelliere che ha davanti a sè in carne ed ossa, non può farlo, perché la burocrazia giudiziaria ha le sue regole. Niente cancelleria, niente istanza.
Nei giorni scorsi, la ministra della giustizia Annamaria Cancellieri ha elogiato pubblicamente la Lombardia per come si sta adeguando, senza troppo protestare, ai disagi dovuti alla soppressione delle sedi. In realtà qualche dissenso c'è stato: non da parte degli avvocati, che hanno accettato di buon grado i tagli, quanto da parte di cancellieri e impiegati, costretti a trasformarsi in pendolari. Ma la riforma è partita. Con la singolare eccezione del caso di Desio, soppressa in teoria, ma aperta di fatto.
Il motivo è semplice: nella sede centrale di Monza non ci sono abbastanza aule per celebrare altri processi. Il tribunale del capoluogo brianzolo vive già una situazione difficile, divisa tra tre sedi diverse. E aggiungere al sovraccarico delle udienze del capoluogo anche quelle della vecchia sede staccata era materialmente impossibile.

Così si è deciso il surreale escamotage, con i fascicoli che vanno su e giù ogni mattina e tornano a casa ogni sera, inseguiti dagli avvocati. «La Lombardia ha dimostrato di essere efficientissima», aveva detto martedì scorso il ministro Cancellieri, intervistata dai giornalisti sull'andamento della riforma.

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