Cronaca locale

Expo, una porta d'ingresso chiusa in faccia al Castello

La struttura realizzata da Scandurrastudio non convince. La critica più grande è quella di ostruire la vista della piazza

Expo, una porta d'ingresso chiusa in faccia al Castello

Ha vinto il concorso a inviti. Ha sbaragliato 25 studi di architettura. Lo sconosciuto, almeno al grande pubblico, Alessandro Scandurra ha battuto gente del calibro di Cino Zucchi, Italo Rota, Mario Bellini, Pierluigi Cerri. Eppure... Eppure non convince anzi, diciamolo chiaro, non piace proprio. Stiamo parlando dell'Expo Gate il progetto vincitore del concorso per l'Infopoint Expo 2015 in largo Beltrami, esattamente davanti all'ingresso principale del Castello. La doppia struttura, in via di realizzazione, continua a suscitare parecchie perplessità tra i milanesi, semplici cittadini e addetti ai lavori, lettori, esperti ed inesperti. Il padiglione informativo vuole essere, anche per la sua posizione, il primo contatto dei visitatori con l'evento: sotto la doppia piramide, che molto poco ha a che vedere con il Louvre, si potranno avere informazioni, partecipare a eventi e dibattiti. Nell'area di 2250 mq saranno allestiti, infatti, il centro informazione Expo 2015, lo spazio espositivo, la sala conferenza da 60 posti, il book shop e il negozio per la vendita del merchandising, laboratori per bambini, un punto di ristoro. Praticamente un suk.
Perché in largo Cairoli? Che bisogno c'era di inserire una doppia piramide in un contesto ottocentesco? In parte per la vocazione duomocentrica di Milano, e della giunta arancione, che non concepisce intervento che non sia in centro - come dimostra la pedonalizzazione della piazza - in parte perché la location «accenna idealmente - recita il bando - a una storica vocazione dell'area che ospitò due grandi esposizioni, le Esposizioni Riunite del 1894 e l'Esposizione internazionale 1906».
Peccato che la candida struttura sia poco rispettosa dei monumenti che compongono il cannocchiale Castello - Cordusio - via Dante - Duomo e cioè la vista continua che si può godere passeggiando lungo l'asse pedonale. E dire che l'Expo Gate è stato scelto proprio per l'armonia con cui si colloca nel contesto urbanistico architettonico, «leggeri e trasparenti - le motivazioni della giuria - i padiglioni si inseriscono nel tessuto urbano in modo discreto, trasmettendo un alto valore simbolico. Rispettando il cannocchiale visivo Castello Sforzesco - Cordusio e ricomponendo lo spazio pubblico in modo vitale».
Eppure all'occhio attento dell'uomo della strada le doppie piramidi rovinano la vista, ostruiscono la prospettiva sulla torre del Filarete, stringono la prospettiva del cannocchiale ottico, sono esteticamente pesanti. Questo è quanto di meglio Milano sa offrire per presentarsi al mondo? Con le sue piramidi Milano tenta disperatamente di imitare Parigi? O addirittura lo skyline del Cairo? «L'opera sarà realizzata secondo principi di leggerezza, trasparenza, modularità - spiega Scandurrastudio -. Un'estetica della leggerezza che richiama le strutture di Eiffel».

Speriamo che Milano non faccia la stessa fine di Parigi e che si tenga l'Eiffel in sala Expo.

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