Non chiamateli onorevoli. «Siamo cittadini, in Parlamento o in Senato». La capolista alla Camera del Movimento 5 Stelle nel collegio di Lombardia 1 è Paola Carinelli, classe 1980 e un posto già assicurato a Roma. Ha solo trent'anni Ferdinando Alberti, capolista bresciano in Lombardia 2, ingegnere che si è specializzato nel recupero dei materiali e nel risparmio energetico e assicura che se non si fosse appassionato al blog di Beppe Grillo forse sarebbe diventate esperto di rifiuti. Quarant'anni - il minimo per diventare senatore - il secondo in lista Vito Crimi, il palermitano trapiantato a Brescia dove fa l'impiegato alla Corte d'Appello che già nel 2010 provò a sfidare alle regionali Roberto Formigoni e Filippo Penati, i big delle due coalizioni. Allora i grillini facevano sorridere i big. Ieri l'exploit alle Politiche ha fatto tremare persino gli attivisti, riuniti al Moon House di via Pizzi, una struttura utilizzata dai musicisti come sala prove in zona Ripamonti. Un enorme cartellone con tre scimmiette - vedo, sento, parlo - divide gli attivisti dai giornalisti, a fare da ponte è l'ex concorrente del Grande Fratello Rocco Casalino che non ha superato le primarie ma è stato arruolato nello staff comunicazione. Crimi assicura che lo straordinario risultato «era previsto, ce ne siamo resi conto andando in giro nelle ultime settimane». Ma sembra che faccia paura prendere in considerazione l'ipotesi che M5S sia addirittura il primo partito, perché un conto è cacciare tutti a casa un altro governare. «Sono dati provvisori, aspettiamo, vediamo», preferiscono parlare da secondi classificati. Così assicurano che non faranno inciuci, «decideremo come votare di volta in volta, a seconda dei progetti potremmo essere d'accordo con chi sarà in maggioranza o all'opposizione». Beppe Grillo? «Un amico, un suggeritore, un compagno di viaggio, ma è chiaro a tutti che non sarà in Parlamento nè avrà altri ruoli di governo».
Con la mania della democrazia partecipata, anche alla festa riservata agli attivisti dalle otto di sera in poi la parola d'ordine è «portare e condividere le cibarie». A 22 anni, è già un veterano Mattia Calise, universitario della Statale e capogruppo in Comune. «Il nostro successo? Aver rispettato gli impegni presi dove abbiamo vinto. É una cosa rivoluzionaria in Italia. A Palazzo Marino nel mio piccolo ho rinunciato a benefit, biglietti per lo stadio, pass sosta. Se chiediamo sacrifici dobbiamo dare l'esempio». E i neo-accomodati a Senato e Parlamento dicono che il primo impegno sarà «chiedere il taglio delle indennità e dei fondi ai partiti, noi rinunceremo ai rimborsi elettorali». Sui temi etici, «difenderemo tutti i diritti delle persone se non ledono quelli altrui» quindi «sì a nozze e adozioni gay». Anche Ferdinando Alberti vuole impegnarsi subito per «ridurre le spese ai partiti» poi «voteremo di volta in volta le proposte se sono buone, indipendentemente da chi le farà, centrodestra o sinistra». É attivista del movimento da qualche ma alla prima esperienza in politica, e si ritrova catapultato a trent'anni in Parlamento. «Alle ultime politiche ho votato Pd, alle comunali nel mio Comune un sindaco del centrodestra, alle Europee avevo appoggiato l'Idv Luigi De Magistris». In Senato sono già certi sette seggi in Senato, oltre a Crimi si piazzano Giovanna Mangili, Luigi Gaetti, Monica Casaletto, Laura Bignami, Luis Alberto Orellana, Bruno Marton.
Silvana Carcano, la grillina candidata a governare la Regione, in via Pizzi non commenta i dati nazionali. Il Movimento in Lombardia è tra il 17 e 20% ma non sfonda come nel resto d'Italia. E il voto disgiunto dovrebbe ridimensionare le schede a favore della candidata grillina.
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