I grossisti? Tutti ancora a Sarpi A picco gli affari degli italiani

La prima questione riguarda il problema dell’ingrosso, del commercio all’ingrosso dei cinesi e tutto quello che c’è dietro questa frenetica attività di carico e scarico. In termini di legalità, rispetto delle norme igieniche e di sicurezza, sfruttamento, caporalato, malaffare. La seconda invece riguarda l’annullamento della vitalità delle attività commerciali italiane schiacciate dalla nuova ztl e dalla concorrenza degli orientali. Chinatown, la città con gli occhi a mandorla nel cuore della metropoli meneghina. Qui la realtà viaggia su due binari paralleli che stanno logorando oltre alle finanze dei negozianti italiani, anche la pazienza dei residenti. «In ostaggio? Vorrei che qualcuno venisse a vedere in che condizioni viviamo», sbotta una delle fondatrici dell’associazione Vivisarpi ieri, insieme all’assessore regionale Stefano Maullu e ad altri cittadini nel quartiere, per ricordare che «la politica deve tornare ad occuparsi della gente». E così, si passa nella via del caporalato, dove ogni mattina centinaia di cinesi si ritrovano per cercare un lavoro a cottimo, indisturbati. In mezzo ai carrellini contro ogni divieto. «Ce ne sono due al minuto», spiega il presidente di Vivisarpi, Pierfranco Lionetto. Ma non dovrebbero esserci i vigili a multarli? «Certo, peccato che le sanzioni per il carico e scarico siano soltanto un paio al giorno, mentre quelle per il divieto di sosta un’infinità». Per non parlare degli esercizi all’ingrosso che in teoria avrebbero dovuto trasferirsi a Lacchiarella. «Non è cambiato nulla - continua Lionetto - anzi. Sono raddoppiati. In più si è arrivati all’apertura sistematica di sale giochi e massaggi». E pensare che l’avevano detto a De Corato: «Il problema non è nella via Sarpi, ma in quelle laterali dove ora c’è di tutto». Niente da fare. «Ma dove sta scritto che il Comune deve preoccuparsi di sistemare da un’altra parte persone che hanno pagato in nero per poter aprire la loro attività? Questo è stato un errore gravissimo», aggiunge un’altra associata di Vivisarpi.
Il giro prosegue tra le lamentele dei negozianti. «Una situazione peggiore non l’ho mai vista». Il signor Sergio Volpe è il titolare di un negozio per bambini in via Paolo Sarpi, e giura di non essersi mai trovato in condizioni simili. Da quando è arrivata la ztl, non si batte quasi più cassa. «I nostri clienti non vengono più e come fanno? Appena entrano, gli danno la multa». Sul fatturato, la decisione del Comune di chiudere al traffico la zona, ha un peso pari al 30-40% in meno rispetto agli altri anni. «Ci hanno tolto anche la fermata della 43 in via Bertini, sembra un accanimento contro di noi. Ma ci prendono in giro o cosa?». Meno male che da oggi i taxi potranno circolare, e almeno i residenti riusciranno ad essere riaccompagnati fin sotto casa, si spera. «È un assurdo che questa sia l’unica via in cui non possono passare mezzi, scooter, taxi.

Il Comune deve riflettere: penalizzare i commercianti italiani in un momento così difficile è autolesionista e contraddittorio», spiega Maullu che sul fronte della legalità aggiunge: «Scriverò al prefetto perché vigili del fuoco, annonaria e polizia locale controllino le attività illegali. La priorità è il rispetto delle regole da parte di tutti. Applicando le norme, molti di questi negozi sarebbero costretti a chiudere».

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