Cronaca locale

I musei ecclesiastici belli ma dimenticati

I musei ecclesiastici belli ma dimenticati

I musei diocesani potremmo quasi chiamarli i musei cancellati. Non perché non ci sono più (a tutt'oggi sono circa un migliaio in tutta Italia), ma perché paiono dimenticati dal grande pubblico. «Sono i nostri musei sotto casa», spiega monsignor Giacomo Santi, presidente dell'Amei, l'Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, che ieri e oggi ha lanciato una iniziativa di due giornate dedicate a questi tesori che meriterebbero di essere conosciuti di più. Un patrimonio che ai più è del tutto ignoto, scarsamente segnalato dalle guide turistiche delle città, «snobbato» da un certo ambiente culturale, soffocato da un'immagine di polverosità e noia ben lontana dalla realtà. «In Italia esistono 226 diocesi e circa 25mila parrocchie: i musei ecclesiastici, quelli di diocesi, chiese, cattedrali, confraternite sono dei musei vicini alle gente, possono essere molto utili per mediare i valori della cultura e depositari di tesori assoluti tutti da riscoprire: l'iniziativa di ieri e di oggi va in questa direzione», ha detto monsignor Santi. Musei «giovani» - cioè creati negli ultimi decenni, perché le opere commissionate dagli enti religiosi erano perlopiù utili alla devozione e stavano dunque nelle chiese non in un museo - queste strutture si avvalgono di personale preparato e di una discreta rete di volontari: una decina quelle presenti in Lombardia, tra cui spiccano il Museo Diocesano, l'importante centro culturale del San Fedele, il curato Museo dei Cappuccini che, in via Kramer, è diventato una tappa interessante del percorso museale cittadino grazie alla bella collezione di arte sacra. Accanto a queste realtà più note, nella nostra regione ci sono anche altre chicche, come il raffinato Museo Diocesano di Brescia che in questo momento ospita una bella mostra dedicata all'età del Rame oppure realtà più piccole ma significative come il Museo di Scienze Naturali del Collegio San Francesco di Lodi (aperto su prenotazione). In occasione del 2013 quale anno della Fede e in concomitanza con il successo della mostra a Palazzo Reale dedicata all'Editto di Costantino, l'Amei ha deciso di promuovere i musei associati con questo fine settimana di porte aperte al pubblico. Una due giorni gratuita di visite guidate, incontri, musica che lega tutti i musei ecclesiastici dello Stivale. I problemi, inutile nasconderlo non mancano: i musei necessitano di grandi investimenti per rimanere in vita, per tutelare le opere, per creare eventi e manifestazioni che li rendano vivi, in molti casi per finanziare l'apertura stessa del museo. Paolo Biscottini, direttore del Museo Diocesano di Milano, tra i più importanti nel suo settore e aperto alla città la sera e nel fine settimana grazie anche al lavoro dei volontari, ha più volte sottolineato la necessità di riconoscere questi luoghi come facenti parte del patrimonio culturale italiano ricordando l'importanza di instaurare un rapporto di fiducia con il pubblico che valorizzi la collezione permanente. In Lombardia vari musei, come il Musei dei Cappuccini di Milano, il centro San Fedele o il museo d'Arte Sacra di Sabbioneta, aderiscono all'iniziativa dell'Amei: al San Fedele, ad esempio, è previsto un ciclo di dibattiti sul Concilio Vaticano II e una mostra di opere sul sacro firmate da Mimmo Paladino. I dettagli del programma sul sito dell'Amei (www.amei.

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