I rom: «C'è poca privacy nelle case»

Abbiamo speso oltre 600mila euro ma alle famiglie nomadi la nuova sistemazione non piace. Auto di lusso posteggiate nel campo

Apertura del nuovo campo Rom di via Lombroso
Apertura del nuovo campo Rom di via Lombroso

Il presidente dell'associazione Aven Amentza, che nella lingua zingara si traduce con «Dio è con noi», ha seguito la fase del trasloco dalle 5 del mattino e scuote la testa. «Non ci siamo». Il Comune ha appena trasferito dal centro della protezione di via Barzaghi al nuovo «villaggio rom» di via Lombroso, zona Ortomercato, 90 rom che prima ancora erano abusivi in via Dione Cassio. Palazzo Marino ha allestito un'area attrezzata con una grande zona mensa e relax (c'è la tv al plasma, qualche sedia, cuscinoni per stare più comodi), aria condizionata, presto arriveranno altri tre moduli per cucinare in autonomia senza dipendere dai pasti distribuiti dall'associazione Arca che gestisce lo spazio. E ci sono le stanze-dormitorio dove circa 4 famiglie devono convivere. «Era meglio via Barzaghi -il giudizio tranchant del «sindacalista» dei rom, Cristian Lorita -, noi difendiamo i loro diritti e qui innanzitutto è violata la loro privacy». L'assessore alla Sicurezza Marco Granelli si avvicina ma il presidente di Aven Amentza non si fa problemi e spara a zero: «Servivano container più piccoli, uno per famiglia, qui i bambini devono stare con troppi adulti». Lo avevano denunciato mesi fa persino i capigruppo del centrodestra, che pure hanno manifestato duramente contro il nuovo campo rom. Ma i nomadi in questione mettono in dubbio anche «la promessa del Comune di aiutarci a trovare casa e lavoro, vedremo» e «se non possiamo prendere qui la residenza, chi ce lo dà un impiego?» e ancora «i bimbi iniziano la scuola e la cambiano dopo tre mesi?». Le famiglie fanno capannello, annuiscono. Bisognerebbe ricordagli che è tutto gratis. Seicentomila euro spesi per affittare 18 mesi i container. Più 7 euro al giorno per ogni persona ospitata (la capienza massima è di 148). Dopo i primi 40 giorni verrà chiesto alle famiglie un contributo di 1-2 euro come nei dormitori, ma se non avranno raggiunto la famosa autonomia? Il «pacchetto» prevede che possano rimanere fino a 160 giorni. L'area sarà monitorata 24 ore su 24 da una pattuglia di vigili. Una decina di famiglie assicura Granelli già lavorano e sono pronte a uscire in poche settimane, per passare agli alloggi messi a disposizione dal Terzo settore. Forse una di quelle famiglie che ha un'auto Bmw o un'Audi posteggiata fuori dai container. Anche il trasloco nelle case sarà soft, visto che Palazzo Marino garantisce anche lì agli enti un contributo di 7 euro a persona (fino a 600 euro al mese per famiglie di 4 persone) «loro daranno un contributo graduale all'affitto - assicura Granelli - ma ci sarà un servizio di accompagnamento al lavoro fornito da operatori laureati e mediatori culturali». In via Barzaghi rimarrà in funzione uno dei due attuali centri di emergenza, da 100 posti, l'altro a giorni sarà demolito: l'area diventerà strada per Expo. Con i 150 letti in via Lombroso, il Comune ha a disposizione 250 posti «a rotazione» per gli abusivi via via sgomberati, i prossimi della lista sono i 400 che occupano aree in via Montefeltro e Brunetti. Ad oggi tra campi regolari e non in città sono tra 2.500 e 2.

800.
I milanesi, attacca il capogruppo di Fdi Riccardo De Corato, «aprono il portafogli per dare casa ai rom, invece quanti di loro hanno perso il lavoro, non possono permettersi nè affitto nè mutuo, ma chi li aiuta?».

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