L'hanno preso con le mani nella marmellata, mentre intascava una mazzetta. Nessuna cifra esorbitante, ma pur sempre una «stecca». L'hanno ripreso con una telecamera che era stata piazzata nel suo ufficio di corso Monforte. E così - in flagranza di reato - è stato arrestato ieri dagli uomini della Squadra Mobile un impiegato della prefettura, che avrebbe chiesto denaro per velocizzare le pratiche dei permessi di soggiorno per alcuni immigrati.
E proprio dagli uffici della prefettura è partita la denuncia contro il proprio dipendente, che secondo l'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Antonio D'Alessio avrebbe chiesto alcune centinaia di euro a diversi stranieri per far viaggiare su una corsia preferenziale le richieste di nulla osta per i ricongiungimenti familiari.
L'uomo, un funzionario dell'Ufficio immigrazione di corso Monforte, è ora accusato di corruzione. Ma non è il solo a essere finito in cella. Le manette, infatti, sono scattate anche per un intermediario egiziano che, secondo la Procura, avrebbe fatto da tramite tra le famiglie di suoi connazionali e il pubblico ufficiale. Ovviamente, ottenendo una percentuale della tangente.
Da quanto si è saputo, oltre alle accuse che hanno portato all'arresto in flagranza (che dovrà essere convalidato dal giudice) il funzionario della Prefettura avrebbe chiesto tangenti in molti altri casi, tuttora al vaglio degli investigatori. Insomma, un comportamento tutt'altro che estemporaneo, e che in caso di processo - e di condanna - potrebbe costare assai caro al pubblico ufficiale.
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