Imprenditori, coda dai pm Comi: «Dimostrerò tutto»

Viavai in procura ma l'eurodeputata sarà convocata solo dopo l'analisi dei suoi bilanci

Imprenditori, coda dai pm Comi: «Dimostrerò tutto»

Lei qui per farsi interrogare? «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Seduto su una sedia, all'entrata degli uffici del pool antimafia della Procura, l'ennesimo imprenditore venuto a «cantare» svicola con una battuta dalla curiosità dei cronisti. Sono le undici di ieri mattina, e l'imprenditore deve fare la coda: prima di lui i pm stanno sentendo altri suoi colleghi, che come lui cercano di giocare d'anticipo ed evitare l'arresto, raccontando spontaneamente tutto quello che sanno.

Tangenti a Gallarate, ma anche consulenze a Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia. Questi sono i versanti su cui la Procura sta raccogliendo la maggior parte dei nuovi elementi, dopo la retata «Mensa dei poveri» del 7 maggio scorso. Ieri arriva la conferma che alla Comi oltre alla consulenza da 31mila euro all'imprenditore bresciano Marco Bonometti i pm contestano altre due prestazioni di importo simile; una quarta, quella emersa per prima, importo 38mila euro ricevuti dall'Afol, finora non viene considerata un reato. Ma è chiaro che ormai la Procura intende setacciare minutamente l'intera attività della Premium Consulting, la società di cui l'eurodeputata è azionista unica, nella convinzione che sia servita come «copertura» abituale per finanziamenti illeciti.

Che si tratti di consulenze fasulle è, però, secondo la Comi, completamente falso. Ieri la candidata di Forza Italia, attraverso il suo legale Gian Piero Biancolella, è partita all'attacco del pezzo forte dell'accusa che le muove la Procura: la tesi secondo cui la consulenza fornita a Bonometti altro non sarebbe stata che la scopiazzatura della tesi di laurea di uno studente della Luiss, Antonio Apuzza, reperibile su Internet. Argomento: le prospettive di sviluppo delle torrefazioni di caffè. Materia assai distante dagli interessi di Bonometti. La cosa aveva creato un certo scalpore, e Apuzza - l'ex studente - si domandava persino se costituirsi parte civile nel processo.

Il difensore della Comi fa sapere che in realtà nel report fornito a Bonometti alle prospettive del caffè è dedicato solo un passaggio, insieme ad altri settori del made in Italy, e che la tesi del laureando è indicata esplicitamente come fonte. Nessun finanziamento illecito, insomma, ma «compensi per prestazioni professionali svolte da soggetto che ha le competenze e la capacità per la prestazione richiesta».

Lei, l'eurodeputata sotto tiro, ieri appare ad un evento elettorale, e inevitabilmente più che le domande sul suo programma per l'Europa fioccano quelle sui guai giudiziari. La Comi prima risponde apparentemente serena, «la magistratura farà il suo corso e io dimostrerò tutto»; poi finisce con lo sbottare, «devo mettermi un cartello al collo con su scritto sono innocente?».

Ovviamente, la partita vera si giocherà quando le toccherà andare a rispondere alle domande dei pm.

La Procura non intende convocarla prima di avere concluso l'analisi dei suoi bilanci, lei per adesso non ha chiesto di presentarsi spontaneamente. A dieci giorni dal voto per le europee, il rischio è che la Comi debba affrontare l'esame degli elettori prima di quello dei pm.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica