Cronaca locale

Inquilini delle case popolari: uno su due non paga l'affitto

Sale la morosità negli alloggi del Comune: incassati solo 34 milioni su 62. L'ultimo pasticcio di Tabacci: Calise fa ricorso, da rivotare i conti di due anni fa

Inquilini delle case popolari: uno su due non paga l'affitto

La metà degli inquilini nelle case popolari del Comune non ha pagato l'affitto nel 2012. Poco meno del cinquanta per cento. Palazzo Marino ha incassato solo 34 dei 62 milioni di euro previsti, nell'assestamento dei conti 2012 che da domani approda in Consiglio comunale 28 milioni sono stati inseriti tra i crediti a rischio. E l'assessore al Bilancio Francesca Balzani non è così convinta di riuscire a recuperare la cifra in futuro, ammette che l'indice di morosità è forte e dipende «certamente dall'aumento degli affitti scattato nel 2011 e dalla crisi».

Si tratta dei ventottomila alloggi popolari del patrimonio comunale gestiti da Aler. Nel 2011 l'azienda regionale aveva già registrato solo a Milano una morosità intorno al 44 per cento negli affitti a canone sociale, un trend dunque che continua a salire. Il Comune due anni fa avrebbe dovuto incassare poco meno di 56 milioni di euro ma le bollette coperte arrivarono fino a 33 milioni, ventitrè in meno del previsto. L'indice di morosità a Milano è il più alto tra le città del Nord Italia e certamente della Lombardia, dove la segue quasi di pari passo in questo record negativo solo Monza.

Effetto della crisi, e aggravato dal fatto - secondo l'assessore alla Casa Carmela Rozza che già lo denunciava da capogruppo del Pd - che l'aumento dei canoni è scattato tenendo conto ancora delle dichiarazioni dei redditi 2008, «in quattro anni la condizione economiche delle famiglie può essersi modificata drasticamente, è necessario rivedere questa prassi». Il problema della morosità afferma la collega al Demanio Daniela Benelli «sconta gli aumenti determinati dalla legge regionale del 2009 e l'acuirsi della crisi. Lo scorso giugno abbiamo stipulato un accordo con i sindacati per ridurre gli affitti fino ad un massimo del 30%, ha interessato circa 18 mila assegnatari».

Una «confusione contabile» è stata rilevata invece dalla Bocconi, incaricata mesi fa dal sindaco Pisapia di analizzare la gestione Aler, e il report consegnato nelle scorse settimane rileva diverse criticità. Ma dalla Regione sta per scattare la rivoluzione dell'azienda lombarda, chiesta con tre mozioni diverse da Pdl e opposizione, la discussione era in programma già questa mattina in consiglio ma dovrebbe slittare per redarre un testo comune. Sarà l'occasione per superare le attuali problematiche.

Oggi alle 16.30 intanto i sindacati degli inquilini protestano davanti alla sede Aler di viale Romagna contro l'aumento delle spese (pulizia, riscaldamento) che da marzo ha fatto salire i bollettini anche di 80-90 euro al mese.

Anche la morosità è una delle voci che ha pesato sulla quadratura del consuntivo 2012 che l'aula comincia a discutere domani (per legge entro il 30 aprile deve essere votato o almeno aperto in aula). La maggioranza ieri ha chiesto al centrodestra di garantire il numero legale, ma la risposta dopo anni di polemiche con la sinistra fuori dall'aula per far mancare il quorum quando al governo era il Pdl, ovviamente, è stata no. Il terzopolista Manfredi Palmeri ha invece accusato il sindaco di aver nascosto tra le righe del documento la ri-approvazione del Consuntivo 2011, senza aprire una discussione ad hoc per tutto l'anno scorso, «non è certo un dato di poco conto se il documento era illegittimo».

Tutto nasce da un ricorso notificato lo scorso 2 agosto dal capogruppo del Movimento 5 Stelle Mattia Calise, che ha sollevato un vizio procedurale poichè il Bilancio preventivo era stato trasmesso dall'ex assessore Tabacci ai consiglieri solo quattro giorni prima della presentazione in aula, contro i venti da regolamento.

Nel Bilancio 2012 dunque viene inserito en passant al convalida del vecchio documento «al fine di eliminare qualsiasi rischio, anche solo remoto ed eventuale, che possa ripercuotersi sugli atti assunti».

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