Una vita sull'asse Milano-Roma e ritorno. «Sono una pendolare instancabile. Ma qui a Milano ho avuto tutto, le mie chance professionali e la piazza giusta per fare quello che mi piace. Senza contare che qui a Milano ci sono nata». Quel che piace a Chiara Noschese risponde a una parola precisa: musical. Milano è la capitale del musical italiano e, da sempre, la regista figlia d'arte (del grande imitatore Alighiero Noschese) ha inseguito questa forma di spettacolo teatrale, senza negarsi alla prosa. Oggi, Chiara Noschese è attesa da un triplo progetto, destinato a svilupparsi nella stagione teatrale alle porte. Due musical e una scuola.
L'anno teatrale che verrà sarà affollato di musical, in arrivo sui diversi palcoscenici milanesi. Come se la passa questo genere teatrale?
«Benissimo, direi. Chi segue il musical sa che da qualche anno la qualità è in netta salita. I perfomer sono sempre più preparati, e lo sono sin da giovani».
Più facile fare i casting, dunque.
«Sì, ma ci sono sempre margini di miglioramento. Ecco perché al teatro Nazionale con la casa di produzione Stage Entertainment da settembre prossimo parte il progetto della Musical Academy. Stiamo finendo di formare il gruppo insegnanti e dall'8 settembre selezioneremo i 25 studenti che potranno partecipare ai corsi».
Cosa insegnerete e dove si possono trovare informazioni?
«Si insegnerà a eccellere in ciò che viene definita la tripla minaccia: recitazione, canto e danza. Discipline nelle quali il perfomer di musical non può scegliere: deve essere valido e abile in tutte tre. Le informazioni per iscriversi sono sul sito del teatro Nazionale».
Da questa scuola verranno i perfomer dei suoi musical futuri?
«Spero proprio di sì. Per questa stagione naturalmente i cast sono già fatti».
Quali musical firmerà dal prossimo autunno?
«Alla fine di ottobre al Teatro della Luna porteremo la versione da tournée di Flashdance: sarà il numero zero dello spettacolo che poi girerà per tutta Italia. È una recita soltanto leggermente variata dallo show andato in scena per tre mesi al Nazionale nel 2017. Il cast è il medesimo. Dal 9 marzo al 18 aprile 2019, invece, al Nazionale andrà in scena una versione da me completamente tradotta di A Chorus Line, un altro classico che, come Flashdance, è conosciuto in Italia per la versione cinematografica. Il cast di questo musical non è ancora ufficiale, posso dire però che ci saranno tanti giovani perfomer».
La storia di «A Chorus Line» è infatti quella di un casting per uno spettacolo a Broadway.
«Esattamente. E il fatto che sul palcoscenico ci siano giovani aspiranti perfomer dovrebbe dare quel tocco di realismo in più».
In otto anni lei è passata da essere direttrice del cast a regista: ora che ha più potere di scelta, ha qualche sogno nel cassetto da realizzare?
«Finora sono riuscita a realizzare tutto ciò che avevo in mente e ne
sono davvero felice. Se un sogno nel cassetto deve essere, beh sarebbe quello di dar luce a un prodotto tutto italiano. Ma devo dire che ci stiamo lavorando. Se tutto va bene lo porteremo in scena nella stagione 2019-2020».
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