«Io, scienziato e showman col mito di Buscaglione»

Giovane ricercatore oncologo riempie i teatri cantando e suonando i grandi classici dei '60

Luca Testoni

Il nuovo Jannacci? Non esageriamo. Tuttavia, il compianto dottor Enzo e Stefano Signoroni - domani in uscita con il suo disco d'esordio «Good Times» e dal vivo al Memo Restaurant di via Monte Ortigara - sembrano avere più di «qualcosina» in comune. Non ci credete? Jannacci, apprezzato medico-chirurgo, si ritagliò un ruolo da protagonista prima come pianista jazz e poi come cantante-autore; anche il 37enne lodigiano, da sei anni trapiantato a Milano Città Studi (guarda caso lo stesso quartiere in cui ha vissuto mister J.), vanta una doppia vita che si sviluppa tra i laboratori dell'Istituto nazionale dei Tumori di Milano e la passione per il pianoforte, il canto e per quella stagione musicale, elegante e raffinata, che ha portato in auge crooner, i cosiddetti cantanti confidenziali. Gente del calibro di Fred Buscaglione, Frank Sinatra, Tom Jones e compagnia cantante.

«Al momento è così, non ho una vita privata. Nel senso, che mi divido a metà tra ricerca genetica e musica. E, ovviamente, in entrambe le cose cerco sempre di dare il mio massimo», racconta Signoroni, due lauree in biotecnologie mediche e farmaceutiche e una consulenza stabile con l'Istituto dei Tumori, dove concentra i suoi studi «sulla diagnosi di una predisposizione ereditaria rispetto ai tumori dell'apparato digerente». Smessi i panni accademici e del ricercatore genetista, Signoroni s'è creato un percorso parallelo che ultimamente gli sta regalando sempre più soddisfazioni. Attenzione: Signoroni con «X Factor», «Amici» et similia non c'azzecca nulla. Anche se - precisa -, «fui lanciato nel 1999 nello show tv di Canale 5 La canzone del secolo da Pippo Baudo». Il suo mondo musicale è tante cose messe assieme, in cui c'è spazio per «un amore smodato per il pianoforte e per Elton John, così come per la musica e la tecnica vocale barocca». Caratteristiche a suo modo riconoscibili nell'album a suo nome, in bilico tra cover di Burt Bacharach, Tom Jones ed Andy Williams e una manciata di inediti. Giusto definirlo un crooner? «La definizione non può che farmi piacere - ammette Signoroni, in passato pianista e corista al servizio di Eros Ramazzotti per un intero tour mondiale -. Ma, calma, io non sono né Frank Sinatra né Michael Bublè. Non faccio swing né tantomeno voglio scimmiottare o proporre una copia sbiadita di quel genere. Io mi rifaccio ad un altro mondo: a quell'epoca meravigliosa, tutta eleganza, raffinatezza e grani melodie e arrangiamenti, dei grandi varietà anni Sessanta e al pop classicheggiante suonato dalle grandi orchestre». Chi ha avuto modo di apprezzare lo stile garbato di Signoroni versione live se n'è innamorato al primo ascolto. Ed a quanto pare la voce s'è sparsa ben oltre i confini milanesi. Nell'ultimo periodo, il cantante-showman - rigorosamente in smoking e al piano - è stato invitato a suonare in prestigiose location a Montecarlo come a Dubai e a Barcellona.

«Quando all'estero propongono, per esempio, parti del repertorio di Buscaglione in lingua originale il pubblico mostra di apprezzare. Piacciono il divertimento e la spensieratezza di quel modo di fare intrattenimento tipico di quegli anni e, perché no, quel tocco di italianità che ci rende unici».

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