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Ismail non si dimette, Pd nel caos

Resta al suo posto l'antropologa che ha criticato il Comune: il partito è a pezzi

Il segretario del Pd Bussolati inizia tirare il freno quando impazzano le polemiche sul web. Assicura che non intendeva cacciare dal partito Maryan Ismail, la dirigente che sul Giornale ha osato criticare il bando del Comune per le moschee. Anche l'assessore-candidato Majorino conferma, «non condivido la sua posizione mi auguro che non si dimetta». E non intende farlo l'antropologa italo-somala. In sua convinta difesa si espone l'architetto Stefano Boeri, tra i papabili candidati del centrosinistra (e dunque contro Majorino). La scadenza elettorale (e anche i voti dei musulmani) hanno un grande peso nello sbandamento e nelle liti su un tema così delicato come la costruzione di moschee a Milano. Interviene di nuovo il centrodestra a chiedere controlli sulle sigle che si sono aggiudicate l'area dell'ex Palasharp.

Il portavoce del Caim non si scompone, giorni fa su Facebook ha scritto che «senza di noi il bando non sarebbe mai esistito». E il sospetto che abbiano avuto una corsia preferenziale è alimentato dalla nuova accusa della comunità marocchina: «Siamo stai esclusi in maniera plateale».

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