l’analisi 2

l’analisi 2

Quando si sparano cifre stellari occorre fare un po’ di attenzione. Nel caso dell’ipotesi di transazione fra il Comune di Milano e le banche che avevano realizzato i contratti derivati per la gestione del debito si rischiano grossi equivoci e i soliti giochi dell’appropriarsi dei meriti altrui di cui la sinistra è maestra. Si sta facendo infatti credere che grazie a non si sa quali meriti il Comune avrà 450 milioni dalle banche come «risarcimento». Le cose non stanno affatto così. Il Comune aveva un debito per 1,6 miliardi di euro su cui pagava un tasso fisso del 4%. Albertini (nella foto) lo rinegoziò con le banche trasformandolo in un tasso variabile con minimo tasso al 3.40%. Magari la transazione fu conveniente per le banche e c’è un’inchiesta in corso per accertare la cosa, ma alla prova dei fatti, tranne un breve periodo durante l’amministrazione Moratti, la scelta si rivelò corretta e infatti ora il Comune paga proprio quel tasso minimo e non ci sono realistiche aspettative che la cosa possa cambiare dato che il parametro di riferimento è addirittura un terzo di quel valore. Bisogna vedere i dettagli, ma la prima impressione è che se ora il Comune trasforma quel “mutuo” in un tasso fisso al 4,26% non fa altro che incassare la differenza per vent’anni fra il tasso originale e quello rinegoziato da Albertini (200 milioni) e per questo bisogna solo dire grazie a quest’ultimo.

Inoltre, si fa anticipare la differenza tra il 3,40% che ora paga il comune e il 4,26% che pagherà in futuro, incassando subito una somma (250 milioni) che rimarrà da restituire per vent’anni sotto forma di interessi maggiori. Ecco qui i 450 milioni: nessun «risarcimento», 200 regalo di Albertini e 250 appioppati alle future generazioni. Attendiamo di vedere le carte ma se è così basta saperlo. E soprattutto dirlo.

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