L’assessore: «Sui dossier a Brescia inchiesta chiusa»

Sono stata sempre contraria alle liste nere

L’assessore: «Sui dossier a Brescia inchiesta chiusa»

«Adesso però mi devono togliere dalla lista degli indagati in Regione. E sono la prima, una bella soddisfazione. Meno uno».
Assessore Monica Rizzi, siamo sicuri?
«Il pm di Brescia che seguiva quelle inchieste infamanti ha comunicato la chiusura al mio avvocato. Niente a mio carico, denunce fondate sul nulla, solo per infangare me e la Lega».
Lei non ha mai raccolto un dossier contro gli avversari leghisti di Renzo Bossi per farlo eleggere?
«Scusi, in un partito stalinista come dite sia la Lega, io posso raccogliere un’enciclopedia, ma se vogliono candidare uno, quello si candida».
Lei è un barbaro sognante o cerchio magico?
«Da mesi provo il disagio di noi bossiani che non essendo da nessuna parte siamo in grande difficoltà».
Dice che senza Bossi la Lega muore in sei mesi. Non le piace Maroni?
«Hanno stravolto il mio pensiero, non voglio più questa zizzania creata da qualche giornalista imboccato da un gruppo di personaggi».
Nella Lega volano i coltelli.
«Non si può piacere a tutti. Ma io ho alle spalle 24 anni di militanza».
E allora cosa voleva dire?
«Che se qualcuno pensa a una Lega senza Bossi, si è sbagliato di grosso».
E una Lega con Bossi presidente e Maroni segretario federale?
«L’importante è un ruolo per Bossi. Poi Maroni, Zaia o Cota vedremo i programmi. Decide il congresso».
La Lega oggi è a pezzi.
«Tre mesi fa quando uscì la lista nera, a Marco Reguzzoni e Rosi Mauro dissi che era sbagliato. Ma oggi dico no alle epurazioni al contrario».
Un ramoscello d’ulivo?
«Io con quelle inchieste ho passato un anno e due mesi di calvario. E so cosa si prova. Ci vuole pietà cristiana».
Qualcuno l’ha denunciata.
«L’ho detto, non si può piacere a tutti. Ma è già pronta la mia controdenuncia. Voglio vederci chiaro».
Dovete far pulizia. E se di mezzo ci fosse anche Umberto Bossi?
«Lo conosco dall’87 e so che è lontano mille miglia dalle cose che leggo».
Le accuse sarebbero gravi.
«Siamo ancora alle ipotesi. Spero».
Cosa si prova a leggere che qualcuno della Lega potrebbe avere rapporti con la ’ndrangheta?
«Assurdo. Anzi paura. Ma spero che non ci sia niente di vero».
C’è qualcuno che ha approfittato dei soldi del partito.
«Io ho aperto la prima sede della Lega dalle mie parti mettendoci i miei soldi. Da assessore versiamo ogni mese 2.580 euro al partito. Il vero leghista i soldi li mette, non li prende».
E Renzo Bossi?
«Non so. Dico solo che ho letto di 6mila euro di affitto per una casa a Brescia. Le garantisco che a Brescia viveva a casa mia. Se le altre accuse sono come questa, allora non ci cedo».
Il papà parla di complotto.
«Io ho fiducia nella magistratura. Solo certe telefonate mi sembrano strane, come se chi parla volesse essere ascoltato. Sarà un’impressione».
Renzo è entrato troppo presto in politica.
«È un mondo difficile per me che ho 40 anni e 24 di militanza, figuriamoci per lui che ne ha 24. E con quel cognome».
Lei lo ha aiutato molto.
«La mia colpa sarebbe aver detto obbedisco alle indicazioni del mio partito, facendo un passo indietro e aiutandolo a essere eletto?».
Vi siete fidati delle persone sbagliate?
«Il suo autista aveva montato una telecamera in macchina. Veda lei».
E Francesco Belsito?
«Non l’ho mai incontrato in vita mia. L’ho riconosciuto sul giornale».
Il governatore della Puglia Nichi Vendola è indagato, ma nessuno gli chiede di dimettersi.
«Noi della Lega dobbiamo essere eticamente diversi. Nessuno me lo ha chiesto, ma io nel 2005 quando sono entrata in Regione ho consegnato a Bossi le mie dimissioni in bianco. Metta che un giorno impazzisco».


Rosi Mauro dovrebbe dimettersi?
«Per ora non è nemmeno indagata, ma se lo chiede il capo io obbedisco».
Lascerebbe l’assessorato?
«Però dovrebbero spiegarmi perché. Altrimenti torniamo alla Prima Repubblica, dove si toglieva uno dei tuoi per mettere uno dei miei».

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