L'allarme della Polfer: rom incinte da Roma in trasferta per rubare

Gruppi di nomadi in gravidanza arrivano a Milano: qui è più facile evitare l'arresto

L'allarme della Polfer: rom incinte da Roma in trasferta  per rubare

Uno degli ultimi episodi che hanno fatto discutere, risale solo a domenica scorsa. Due donne - entrambe nomadi, entrambe croate e incinte - avevano attirato l'attenzione dei condomini di una palazzina in corso Sempione. Che, intorno alle 13, dopo averle notate aggirarsi per le scale dello stabile, avevano preso d'assalto il centralino della questura. Le telefonate arrivate in via Fatebenefratelli avevano tutte lo stesso tenore: «Ci sono delle zingare nel palazzo» spiegavano allarmati i residenti. Al loro arrivo i poliziotti delle «Volanti» le hanno bloccate e avrebbero voluto arrestarle per tentato furto, tuttavia l'avanzato stato di gravidanza delle donne lo ha impedito. E pensare che la più giovane, una 31enne, aveva un cumulo di pena pendente - sempre per furti in casa e in alcuni casi anche per scippo - di ben 22 anni complessivi.

Di storie a Milano sono pieni i «mattinali» delle forze dell'ordine. Al punto che l'assessore alla Sicurezza della Regione, Riccardo De Corato, ne ha fatto da tempo una sua battaglia personale. Così non coglie di sorpresa la segnalazione della Polfer all'agenzia di stampa Adnkronos sulla migrazione di donne rom incinte e/o con figli piccoli da Roma a Milano, dove sarebbe più facile evitare l'arresto. La Procura ambrosiana infatti a dicembre 2016 ha emanato una circolare che stabilisce di non procedere alla formalizzazione dell'arresto se le persone fermate sono incinte o hanno figli in tenera età. Ed è per questo che il fenomeno di queste «trasfertiste del furto» viene monitorato con attenzione. Basti pensare che ad aprile, durante il Salone del Mobile, tra le 17 rom (tutte senza documenti) controllate dalla Polmetro dopo una lunga lista di borseggi, addirittura 13 erano incinte.

A febbraio una 36enne di origine bosniaca, appartenente a una notissima famiglia rom della malavita romana, con una quarantina di denunce alle spalle e un cumulo di pena di nove anni per furto, venne bloccata da tre donne mentre rubava alla stazione ferroviaria «Garibaldi». La nomade aveva addosso alcuni effetti personali della derubata, e venne arrestata. Quando la ladra spiegò di sentirsi male venne accompagnata per accertamenti alla clinica Mangiagalli, da dove venne subito dimessa quando si scoprì che già da qualche mese aspettava un figlio. Ci fu così un accordo con il pubblico ministero di turno per portare la borseggiatrice di fronte al giudice per le «direttissime» solo quattro mesi dopo, cioè in questi giorni, quando la bosniaca è stata finalmente sottoposta a giudizio. In questo non indifferente lasso di tempo la borseggiatrice non è mai andata in carcere proprio perché incinta. Ora non ci andrà perché madre di un neonato. Intanto sabato mattina in stazione Centrale si è sfiorata la tragedia. Da un «Frecciarossa» in sosta sono scese velocissime cinque donne che, subito dopo aver borseggiato un viaggiatore, hanno cercato di svignarsela attraversando i binari.

Solo una brusca frenata del macchinista di un treno «Italo» in arrivo in stazione ha evitato che fossero investite. La Polfer ha denunciato a piede libero due di queste rom per furto e altre tre per interruzione di pubblico servizio. Ma è chiaro che poteva finire molto peggio.

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