Elena Gaiardoni
Il 6 maggio 1854 trionfa al teatro San Benedetto di Venezia «La signora delle camelie». Violetta, questo il suo nome, arboreo quanto il fiore simbolo con cui era solita adornarsi, rimane l'emblema coraggioso del legame di una donna col carattere vivido dei fiori, abitanti di quel regno che oggi, 6 maggio, rinnova per la ventunesima volta il suo appuntamento con Milano grazie a «Orticola», la mostra floreale in programma ai giardini Montanelli fino a domenica 8 maggio. Festa di donne che, come fiori, da ieri sera hanno aperto i loro larghi cappelli con un piacere tipicamente british. Da oggi sono donne forti come la terra in cui affondano mani e arnesi per e-ducare una meraviglia faticosa e immaginifica, il giardino, dal quale biblicamente proveniamo.
Si dice che nel nostro olfatto più atavico ci sia la nostalgia di quel profumo, l'Eden, forse quadrato, forse selvaggio, forse immateriale, ma nel 2016 il giardino viene celebrato da «Orticola» nella sua forma più raccolta, ovvero nel salutare gingillo di un miniparco sul balcone piuttosto che sul terrazzino. I profumi ritornano tra i viali del parco Montanelli nel padiglione della maison Hermès, che in vaso mette addirittura la giungla, e promuove la mostra a Palazzo Reale «La primavera futurista», collegata all'antologia di Umberto Boccioni in corso.
Madrina della manifestazione di via Palestro, Francesca Marzotto Caotorta, presenta «InVasi di marmo», una selezione di oggetti da coltivazione realizzati in uno dei materiali più preziosi del nostro Paese, la pietra che stupisce con le sue venature. «Orticola» è un nome che comunica 160 espositori di piante e essenze, ma questa non è tutta la sua essenza sebbene sia già il mondo intero, che continua a ricordaci che nel suo corpo istintivo è parco, foresta, savana. Poiché coltivare è il primo senso di quanto definiamo «cultura», «Orticola» annodando edere, rami e radici sa che chi coltiva, crea, fa arte e spinge all'arte. Così fino al 15 maggio coinvolge tutti i principali musei cittadini, tra cui Gallerie d'Italia, Poldi Pezzoli, Bagatti Valsecchi, Galleria d'Arte Moderna (GAM), Palazzo Reale e museo di Storia Naturale, con iniziative personalizzate per ogni palazzo, a cui si può accedere con vantaggi grazie al biglietto della mostra di giardinaggio più famosa di tutta la Lombardia e d'Italia. Tra le chicche si consiglia il «Giardino di Alessandro Manzoni».
Se la treccia di stravaganze in erba quest'anno è formata dalle collezioni di 45 tipi di menta, una di melograni, di piante californiane, di conifere slovene, di fucsie da collezione, il centro di questo paese delle meraviglie per tutte le Alice che adorano sporcarsi il grembiulino di terra rimane la fontana, trasformata in opera d'ammirare dall'architetto Silvia Ghirelli, un allestimento corale con i vasi fatti a mano di Laboratorio San Rocco, il bosso di Minari Buxus, le gallerie di bambù del Bambuseto, le sculture di Nicola Zamboni e Alison Grace Martin. Marco Nones e Nicola Zamboni sono gli artisti che infiorano questa girandola d'acqua in uno spettacolo.
Accanto al presidente Gianluca Brivio Sforza e ai vicepresidenti Francesca Marzotto Caotorta e Filippo Pizzoni sono al lavoro due giurie, per assegnare premi ai migliori espositori: la giuria botanica e la giuria di stile, di questa fa parte il principe Vitaliano Borromeo, classe 1960, dottore in Economia alla Bocconi, gestore nell'inestimabile tesoro del patrimonio naturalistico e artistico della casata.
Continua la collaborazione tra «Orticola» e «City Life» che in viale Berengario ha realizzato un orto fiorito di 3 mila metri quadrati con oltre cinquanta varietà di piante. Tra il 14 e il 15 maggio, in occasione di Green City, verranno realizzati laboratori per i cittadini.
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