Una «bomba ecologica» in cambio di una palazzina in centro e di un'ex scola. Questi i termini della scambio tra Palazzo Marino e la società immobiliare l'Orologio srl, del gruppo Cabassi per regolarizzare il centro sociale Leoncavallo. Così almeno la vede il capogruppo di Fdi in Regione Riccardo De Corato che presenterà un'interrogazione all'Arpa per «conoscere lo stato dei terreni sotto l'ex cartiera di via Watteau», sede del Leonka. «Nella mappa della Regione sui terreni avvelenati l'area di 7mila mq a Greco risultava tra le più inquinate della Lombardia - ricorda De Corato -: chiedo che l'Arpa faccia dei carotaggi, prima che avvenga la permuta, per verificare lo stato dei terreni, dove probabilmente sono state sversate negli anni sostanze chimiche varie». Parallelamente in Comune presenterà una mozione per chiedere la stessa cosa. Il rischio: che il Comune acquisisca «un'area inquinata, con capannoni probabilmente pieni di amianto, quindi da abbattere, in cambio di una palazzina in centro con box e di un'ex scuola. Un bell'affare».
Intanto ieri Matteo Cabassi e il legale rappresentante della società sono intervenuti nella seduta delle commissioni congiunte Urbanistica e Politiche sociali di Palazzo Marino per presentare i progetti sui due immobili oggetto della permuta. Per via Zama «partendo dal fatto che è una ex scuola ci piacerebbe ragionare sul farne un luogo dedicato alla formazione» ha spiegato Cabassi. «Gli appartamenti di via Trivulzio, invece, vanno ripristinati secondo la destinazione già prevista». Ovvero immobiliare: si tratta di una palazzina di tre piani, con box, mai completata. A questo proposito Forza Italia con il capogruppo Pietro Tatarella va all'attacco: «Il Comune è proprietario di un immobile in via Trivulzio composto di circa 15 appartamenti, con annessi box, attualmente vuoti. Bene anziché ristrutturarli e assegnarli a chi ne ha bisogno - osserva - decide di scambiarli con l'immobile di un privato occupato da vent'anni dal Leoncavallo! Una vergogna». «Il Comune si fa carico di un'area di 8mila mq fuori norma e della quale non si capisce quale sarà il destino, visto che in 21 anni i 58 sgomberi non sono andati a buon fine. Una volta avvenuta la permuta il Comune cosa farà?» si chiede Matteo Forte, del Polo dei Milanesi.
«Per via Zama la situazione è più complessa - ha spiegato ancora Cabassi - l'ex elementare occupa un immobile di grandi dimensioni, ed è in una condizione di degrado elevato, in parte recuperabile, in parte molto complesso. Probabilmente non sarà oggetto di un progetto unico.
Si parte da due presupposti, uno spazio per la zona e una destinazione non residenziale libera per un tempo relativamente lungo», secondo le richieste dell'amministrazione. «Vorremmo ragionare su un progetto legato alla formazione. Peraltro - ha aggiunto - c'è una richiesta forte legata all'istruzione sul territorio, puntiamo a un centro di eccellenza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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