Prima l'intervista al ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, poi quella che ha chiamato in causa il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba. In Cina, nel giro di un'ora, l'agenzia di stampa Xinhua ha dato voce a due personaggi che ricoprono ruoli istituzionali delicatissimi in seno a Russia e Ucraina, ovvero i due Paesi in guerra tra loro. Un caso più unico che raro, e che a ben vedere rispecchia alla perfezione la posizione strategica di Pechino sulla vicenda ucraina.
Le parole di Lavrov
Diciamo che Lavrov non ha rilasciato dichiarazioni particolari. Le affermazioni espresse dal ministro russo, tra l'altro in un'intervista scritta diffusa da Xinhua solo nella versione in mandarino, hanno sostanzialmente ripercorso le ultime frasi rilasciate dai politici russi. Ovvero: Mosca ringrazia la Cina per la posizione equilibrata sull'Ucraina e denuncia le pressioni dei Paesi occidentali "guidati dagli Usa che affermano di essere i padroni del destino dell'umanità" e impegnati a promuovere "con la forza un modello di ordine mondiale incentrato sugli Stati Uniti".
Scendendo nello specifico, Lavrov ha sottolineato l'importanza di rafforzare "l'amicizia senza limiti" sino-russa, usando un linguaggio che ha vagamente richiamato quello impiegato dalla leadership di Pechino, e cioè di dura critica degli assetti attuali internazionali a impronta occidentale e di sostegno a un nuovo ordine mondiale.
Il ministro ha quindi denunciato "i soliti doppi standard e l'ipocrisia dei dirigenti occidentali" per il flusso costante di armi di ogni tipo all'Ucraina. "Con il pretesto di combattere l'invasione, in realtà Usa e Ue intendono combattere fino all'ultimo ucraino contro la Russia, e sono completamente indifferenti al destino dell'Ucraina come soggetto indipendente", ha dichiarato.
Le parole di Kuleba
Se la parte dedicata a Lavrov può essere considerata la pars destruens, l'intervento di Kuleba rientra a tutti gli effetti nella pars costruens. Kiev, ha infatti espresso il ministro ucraino, auspica che "la Cina diventi uno dei garanti della sicurezza dell'Ucraina". "Se la Russia non viene fermata adesso, porterà a nuove crisi domani", ha aggiunto lo stesso Kuleba, facendo notare che nella guerra con Mosca, l'Ucraina sta "".
L'omologo ucraino di Lavrov ha quindi provato a convincere Pechino a fare pressioni su Putin. "Questa guerra non è in linea con gli interessi della Cina. La crisi alimentare globale e i problemi economici rappresenteranno una seria minaccia per l'economia cinese" e "la Russia - ha avvertito -sta mettendo a rischio l'iniziativa Belt and Road dei leader cinesi". Per questo Kuleba ha chiesto alla Cina di "fare appello al cessate il fuoco della Russia, fermare l'aggressione, e rispettare l'integrità territoriale dei paesi vicini".
È sorprendente notare come Kuleba abbia utilizzato termini come "invasione" e "aggressione", e questo nonostante la Cina sia sulla carta un solido partner russo. In generale, il fatto che Pechino abbia dato spazio a entrambi i ministri potrebbe voler dire che il Dragone non ha alcuna intenzione di schierarsi pubblicamente.
Certo, Xi Jinping e Vladimir Putin hanno rinforzato i legami economici, commerciali e pure politici tra i rispettivi Paesi, ma la sensazione è che la Cina voglia mantenere una sorta di equidistanza responsabile. Va bene l'amicizia con Mosca, ma guai a spingersi troppo in là. Va bene pure ascoltare Kiev, ma guai a farsi portavoce dell'Ucraina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.