Lettera al sindaco per le maestre in "appalto" senza paga

Gli insegnanti assunti dal Comune chiedono tutele per i colleghi delle cooperative. Scontro anche in Atm

«Non trattateci come educatori di serie b». É l'appello degli insegnanti di sostegno che prestano servizio nelle Scuole d'infanzia, a fianco dei colleghi assunti dal Comune, ma con contratto legato alle cooperative che forniscono il servizio in appalto. E mentre con gli asili chiusi per emergenza Covid Palazzo Marino ha garantito lo stipendio ai suoi dipendenti, centinaia di maestre rischiano di rimanere a lungo senza entrate. Sono i primi, i «garantiti», a scrivere una lettera a Beppe Sala per chiedergli di intervenire a favore dei colleghi «in appalto». «Alcune Cooperative che gestiscono il servizio per il nostro ente - riferiscono al sindaco - non intendono anticipare il Fis (fondo di integrazione salariale), aspettando il pagamento diretto da parte dell'Inps. Ciò potrebbe tradursi in molte settimane senza retribuzione che in alcuni casi è anche l'unica entrata familiare. Siamo addolorate e sconvolte dalla notizia, non comprendiamo come sia possibile che lavoratori che ci affiancano quotidianamente nei servizi milanesi possano subire un trattamento di questo genere. Si tratta di professionisti a cui affidiamo i nostri bambini speciali. Figure indispensabili per noi e le famiglie». Chiedono a Sala di «intervenire nel modo più opportuno affinché nessuno venga lasciato indietro». Una lettera condivisa dalla capogruppo di Milano Progressista Anita Pirovano: «Pone una questione importante che riguarda le educatrici di sostegno e, temo, anche quelle dei nidi in appalto. Già nell'odg che avevamo fatto in consiglio comunale a inizio emergenza avevamo dichiarato la necessità di tutelare questa categoria di lavoratori, ora è tempo di passare dagli impegni alle azioni».

C'è agitazione anche tra i dipendenti Atm. Il dg Arrigo Giana ha scritto una lettera ai lavoratori spiegando che l'emergenza ha costretto a ridurre l'offerta e «sospendere l'operatività di alcune nostre persone, decisione dolorosa e per me inimmaginabile fino a poco tempo fa». Una volta usate ferie arretrate e congedi «alcuni collegi dovranno accedere al fondo bilaterale di solidarietà che permetterà di salvaguardare i posto di lavoro. Tutti potremo versare giorni di ferie o valori economici equivalenti in un fondo aziendale di solidarietà per i colleghi che avranno più necessità. Ma dico con trasparenza che in questo momento non possiamo integrare il sussidio con una compensazione salariale». Sul punto il tavolo coi sindacati ha subito venerdì uno stallo, sigle e Rsu con una nota ribadiscono la richiesta economica.

Per il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico «la lettera di Giana sa di presa in giro. Come può una famiglia, molto spesso monoreddito, sopravvivere chissà quanto tempo in cassa integrazione. Tagli e spese superflue, come consulenze esterne, e valorizzi le risorse interne».

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