Cronaca locale

L'Inter è in crisi ma alla Triennale Zanetti è in mostra

Gigantografie, cimeli sportivi e un campo sintetico per il vicepresidente, simbolo dell'era morattiana

L'Inter è in crisi ma alla Triennale Zanetti è in mostra

Una mostra dedicata interamente alla «bandiera» dell'Inter Javier Zanetti, per «celebrare uno dei pochi campioni dello sport in grado di riscuotere stima e ammirazione al di là dell'appartenenza ai colori di una specifica maglia». La retrospettiva si tiene da oggi al 23 novembre alla Triennale e sarà ospitata all'ingresso del museo, nell'atrio, attraverso uno sviluppo in senso longitudinale.

Subito una moquette in erba sintetica accoglierà i visitatori, alludendo a una sorta di passerella sul terreno verde, mentre lungo le pareti verranno esposte gigantografie del giocatore argentino in scala naturale, oltre ad alcuni dei suoi principali cimeli calcistici. In particolare tra gli oggetti sotto i riflettori spiccano la coppa del Mondiale per club e la maglia della vittoria nella finale di Champions League, nel magico trittico del Triplete. Una notte indimenticabile per tifosi, dirigenza, allenatori, compagni, tifosi, ma soprattutto per l'indiscusso simbolo Zanetti che racconta con entusiasmo «Dentro di me immaginavo che fosse l'ultima opportunità di portare nel capoluogo lombardo il trofeo più prestigioso. Ho condiviso con la città un momento speciale della mia fortunata e lunga carriera».

I sostenitori del Biscione potranno anche contemplare la casacca del match di addio e quella dell'esordio nelle file del team milanese. Due emozioni grandi e diverse. «La prima, secondo Javier, significa la gioia di aver contribuito alla costruzione di pagine importanti nella storia dell'Inter e la seconda rappresenta la memoria di una felice avventura agli inizi». Del resto Zanetti, oggi vice presidente della società nerazzurra, è una persona che ha lasciato il segno sul campo, negli spogliatoi, ma soprattutto nel controverso pianeta calcio.

È sempre stato un uomo capace di accettare le sfide, con una fede incrollabile verso il lavoro, l'allenamento e il suo fisico da primato, che all'età di 40 anni sembrava ancora quello di un ragazzo. Lontano dai riflettori della mondanità, distaccato da soubrette e discoteche, Javier ha vestito la casacca interista per ben 1185 partite, un record nell'attuale mondo del pallone «mercenario», indossando la fascia di capitano sia nel club italiano che nella nazionale argentina.

A testimonianza di ciò sarà presente alla Triennale pure la divisa biancoazzurra del Paese sudamericano, in rappresentanza di un legame durato 17 anni. L'allestimento della retrospettiva milanese apparirà totalmente trasparente, come spiegano gli organizzatori, per consentire al pubblico una visione completa e continua dalle diverse zone della sala. Inoltre non poteva mancare la proiezione di un filmato che ripercorre le varie tappe della vita, sportiva e non, del campione. Reti, assist, recuperi sulla fascia, ma pure responsabilità nella vita civile e in organizzazioni benefiche.

Spazio quindi alla solidarietà, settore in cui Javier Zanetti è da anni impegnato insieme alla moglie Paula con la Fondazione Pupi, un nome che associa il soprannome di Zanetti con il motto che racchiude lo scopo dell'iniziativa «por un piberìo integrado».

Un'infanzia integrata insomma, cui è rivolto un «aperitivo solidale», durante il quale verranno raccolti fondi per bambini poveri e disagiati che Pupi aiuta garantendo loro cibo, educazione, igiene e aiuti.

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