Non è divertente come quella di Gianfranco Manfredi, la «Quarto Oggiaro story» raccontata ieri dal dirigente del commissariato Antonio D'Urso, tre vicende legate dal demone oscuro della cocaina, consumate nell'arco di 24 ore. Due conviventi strafatti litigano per la televisione rotta, uno accoltella l'altro e poi tenta il suicidio, un figlio spaccia al posto della madre appena uscita e infine un giovane arrestato il giorno prima di vendersi casa per i debiti di droga.
Si inizia martedì alle 3.30 quando 118 e polizia accorrono in via Trilussa 12 per un accoltellato a terra in un lago di sangue. È un italiano di 40 anni, vecchia conoscenza perché, nonostante un regolare lavoro da tecnico informatico, ha qualche precedente per stupefacenti e soprattutto una turbolenta convivenza con un brasiliano di 41 anni con cui alternano feste ad alta gradazioni alcolica a furibondi litigi. L'ultimo poche ore prima, il televisore è rotto, i due si rimproverano di non averlo fatto ancora riparare e il brasiliano rifila un ventina di coltellate all'amico che per sfuggire alla sua furia scappa in strada. Poi pentito svuota l'armadietto dei farmaci e lo trovano a terra svenuto. Ora è piantonato in ospedale con l'accusa di tentato di omicidio, nonostante il fidanzato se la sia cavata con 12 giorni di prognosi.
In mattinata i poliziotti salgono in via Lopez per arrestare Giovanna Modesto, 68 anni, per spaccio di cocaina. Lei non c'è, ma nel frattempo la «bottega» è retta dal figlio Alessandro, 29 anni, sorpreso con le tasche piene di bustine, una trentina, pari a 10 grammi di cocaina. In cucina, tra i barattoli di zucchero e caffè, un altro mezzo etto.
«Meno male che mi avete arrestato, mi stavo vendendo casa» ha detto agli agenti Alessandro S., 38 anni, figlio di due insegnanti, fratello avvocato, ma poca voglia di combinare qualcosa di buono.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.