«Macché palestre e biblioteche Pisapia porta profughi e rom»

«Quarto Oggiaro non è il Bronx di Milano». È stato questo lo slogan scelto dalla Lega Nord per il presidio organizzato ieri in via Pascarella all'angolo con via Simoni dove mercoledì sera è stato ucciso Pasquale Tatone. Il cuore di un quartiere dove in poche ore ci sono stati ben tre morti ammazzati, due fratelli della storica famiglia Tatone e un guardiaspalle di Emanuele, il primo fratello freddato in quella che è subito risultato essere un'esecuzione. Seguita a poche ora da quella di Pasquale, finito con tre colpi di fucile. Tanto che il pensiero è subito andato agli anni Novanta con i Tatone e i loro rivali storici. Biagio Crisafulli detto «Dentino» e prima ancora a nomi come quello di Gerlando Alberti, zu Paccarè (come a dire un «tipo tosto, furbo») pioniere di Cosa Nostra a Milano e il re del grande traffico di eroina. Uno a cui piacevano le belle donne e teneva il Rolex sopra il polsino della camicia «perché così lo porta l'avvocato Agnelli».
Grandi personaggi della Milano criminale che sono in tanti a non voler accostare alla cronaca nera di questi giorni, derubricata a regolamenti di conti tra balordoni ormai lontani da trascorsi delinquenziali di un certo livello. Sarà anche vero, ma di qui a dire come vorrebbe il sindaco Giuliano Pisapia che a Quarto Oggiaro va tutto bene madama la marchesa, non c'è dubbio che ne corra. Anche perché nemmeno ieri, nonostante l'invito della Lega, Pisapia a Quarto Oggiaro s'è visto. E non ci sarà nemmeno oggi quando nel quartiere arriverà a rappresentare il Comune l'assessore Carmela Rozza, una che di case popolari e zone degradate se ne intende ben di più di un sindaco a suo agio nei quartieri bene e tra le rassicuranti mura di Palazzo Marino.
«Il Pd ci ha promesso biblioteche - si legge nel volantino della Lega - palestre, sportelli per cittadini... Invece ci ha dato campi nomadi, dormitori per “rifugiati” ostelli per clochard. Pisapia, Milano non è solo il centro». Un'accusa che aveva fatto reagire piuttosto duramente il sindaco. «La Lega - ha detto - si muove solo quando ci sono morti da strumentalizzare». In duecento i militanti leghisti presenti ieri al presidio organizzato dal segretario provinciale e consigliere comunale Igor Iezzi e a cui ha partecipato anche l'assessore provinciale alla Sicurezza Stefano Bolognini. «Un'altra iniziativa della Lega - ha spiegato - per ricordare a Pisapia che a Milano esistono anche le periferie e non solo i salotti e i campi rom». E Iezzi dice di ricordare Pisapia «quando in campagna elettorale prometteva la svolta e la rinascita e invece l'unica cosa che è riuscito a fare è mettere qui un dormitorio che ha definito albergo sociale per trecento clochard che alle otto di mattina gireranno per il quartiere e una struttura per i rifugiati politici che arrivano dalla Siria, altri duecento immigrati». La mappa è chiara: via Mambretti 33 per ospitare i senzatetto e via Aldini per i profughi. E allora Iezzi promette che «il presidio si farà ogni mese e ogni volta sarà scelta una diversa periferia dimenticata da Pisapia».


Nella chiesa della Pentecoste, quella frequentata anche dai fratelli Tatone, c'è messa. Per una signora «c'è da avere paura ad andare in giro». Ma c'è anche chi si ribella all'immagine che in questi giorni si sta dando del quartiere, perché «Quarto Oggiaro non sono i Tatone».

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