Dopo Picasso, al Masi scocca l'ora di Magritte. Il filone delle grandi mostre dedicate al Novecento continua a scandire la stagione espositiva del museo luganese anche ora Tobia Bezzola è subentrato alla direzione di Marco Franciolli.
La mostra «Picasso Uno sguardo differente», realizzata in collaborazione con il Musée National Picasso di Parigi, si era chiusa a giugno con un numero di visitatori di tutto rispetto, 47mila, ovvero «il maggior successo raggiunto dal Masi», come aveva dichiarato Roberto Badaracco, responsabile del dicastero Cultura di Lugano. «Una nuova prospettiva sul potenziale della struttura che ci fa guardare al futuro con grande ottimismo», gli aveva fatto eco il neodirettore Bezzola. Ora «quel futuro» è già arrivato e il Museo del Lac si appresta a inaugurare il 16 settembre La Ligne de vie, un grande omaggio al genio belga del Surrealismo che, con circa novanta opere, intende ripercorrere l'arte di Magritte dai suoi esordi alla maturità.
Ma la mostra, che prende il titolo dalla celebre conferenza che Magritte tenne il 20 novembre del 1938 al Musée Royal del Beaux-Arts d'Anversa, è solo l'antipasto di un'annata d'arte che si preannuncia ghiotta e che una settimana dopo vedrà inagurarsi la prima mostra a cura di Tobia Bezzola. L'esposizione, che accenderà i riflettori sui protagonisti della Pop art europea, avrà luogo allo «Spazio -1» del Museo, quello che accoglie la prestigiosa collezione Giancarlo e Danna Olgiati. Il titolo «How Evil is Pop Art?» («Quanto è diabolica la Pop Art?») si ispira alla recensione della scrittrice Tullia Zevi sulla Biennale di Venezia del 1964. In mostra ci saranno 42 opere provenienti dalla stessa collezione Olgiati e da una delle principali raccolte private sulla Pop art europea.
Quella curata da Bezzola sarà un'occasione preziosa per un viaggio tra le risonanze che nel vecchio Continente ebbe il rivoluzionario movimento lanciato da Andy Warhol. Dalla Francia all'Italia, dalla Gran Bretagna alla Germania, l'excursus comprenderà opere del periodo tra il 1959 e il 1966 che vide emergere personalità come David Hockney, Peter Blake, Mario Schifano e Mimmo Rotella. In mostra, come sottolinea la seconda parte del titolo (New Realism 1959-1966), saranno anche presenti alcuni tra i maggiori esponenti della corrente fondata in Francia dal critico Pierre Restany. Un accostamento non casuale dal momento che entrambi i movimenti, Pop Art e Nouveau Realisme, partivano negli stessi anni con un comune sguardo critico nei confronti del prodotto industriale poi assurto ad opera d'arte. Allo Spazio -1 vi saranno dunque anche opere di Jean Tinguely, Daniel Spoerri, Niki de Saint Phalle e Martial Raysse.
Le due inaugurazioni del Lac rappresentano la punta di diamante del settembre d'arte a Lugano che il 20 settembre al Centro Esposizioni vedrà anche in scena la terza edizione della fiera Wopart, prima manifestazione europea dedicata interamente alle opere d'arte su carta tra antico, moderno e contemporaneo.
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