Paolo Stefanato
Esattamente vent'anni fa, il 28 maggio 1999, alle 9.45 partiva da Cadorna il primo Malpensa Express, il treno di collegamento tra la città e l'aeroporto. Fu un avvio molto sospirato perché arrivava dopo sette mesi dall'apertura dello scalo, al quale questo ritardo dovuto soprattutto a problemi infrastrutturali portò un sensibile danno: le compagnie straniere che avversavano l'hub di Alitalia sostennero alla Commissione europea che la mancanza del treno le avrebbe discriminate rispetto alla compagnia italiana, l'unica a poter utilizzare anche Linate. Ci furono lunghi bracci di ferro e più interventi normativi per trovare un equlibrio.
Il treno fu salutato con molto favore dai passeggeri perché si trattava di un servizio essenziale. Al collegamento da Cadorna si aggiunse nel 2010 quello da Centrale, vero hub ferroviario di Milano, e le corse aumentarono dalle 57 giornaliere dei primi anni alle 146 di oggi, 68 da Centrale e 78 da Cadorna, quattro all'ora sommando le due stazioni. Nei vent'anni sono stati trasportati 40 milioni di passeggeri e oggi sono 20mila al giorno. Nel 2018 è stato raggiunto il nuovo record: 3 milioni. I numeri sono in costante crescita e nel 2019, fino ad ora, si registra un +10%. L'obbiettivo era raggiungere una quota di mercato sui collegamenti con Malpensa del 10%, oggi si è già al 14%. In più, il Malpensa Express oltre al collegamento aeroportuale offre fermate intermedie e trasporta 6 milioni di pendolari.
Trenord, la società che gestisce il servizio, ha davanti a sé un periodo molto impegnativo: dal 27 luglio, per tre mesi, Linate sarà chiuso per il rifacimento della pista e altri lavori e tutto il traffico sarà trasferito a Malpensa. I treni saranno dunque sotto stress e il gestore ha predisposto un piano straordinario per quello che è stato chiamato «progetto bridge». Spiega Marco Piuri, amministratore delegato di Trenord che vent'anni fa fu capoprogetto del Malpensa Epress in quanto direttore delle strategie del gruppo: «Negli ultimi mesi abbiamo lavorato a fondo con la Sea per analizzare flussi e orari. Offriremo il 50% in più dei posti attuali, le corse resteranno le stesse ma aumenteremo la capacità dei treni allungandoli. Molti convogli da 300 posti saliranno a 600». E se non sarà sufficiente? «È pronto un piano B per aumentare le corse in alcune fasce giornaliere, ottimizzando la flotta di 14 Coradia».
In futuro il servizio resterà suddiviso tra Cadorna e Centrale come oggi? «Le due stazioni servono due tipi di clientela differenti, sarebbe un errore verso turismo e business rinunciare al collegamento con il centro di Milano. Inoltre Centrale è satura, più treni non ci starebbero, bisogna fare i conti con l'infrastruttura. Finiremmo per perdere domanda».
Il Malpensa Express non è un treno del tutto «a mercato», con tariffe completamente liberalizzate, perché trasporta anche pendolari e rientra nel contratto di servizio con la Regione. Non ha un conto economico autonomo, ma alcuni numeri sono disponibili: i ricavi da traffico aeroportuale sono stati nel 2018 di 36 milioni, circa il 10% dei ricavi complessivi da biglietti di Trenord, che sono 350 milioni; altri 450 milioni provengono dal contratto di servizio. Ricordiamo che i passeggeri trasportati nel 2018 sono stati 210 milioni.
E i problemi operativi di cui soffre Trenord? Piuri non si sottrae a un aggiornamento: «Da dicembre, non sono stati risolti i temi strutturali, perché flotta e rete sono le stesse e serviranno alcuni anni. Tuttavia nel 2019 abbiamo recuperato il 4% di puntualità, da 78 a 82%, e abbiamo ridotto le soppressioni: erano 120 al giorno, di cui 80 per responsabilità di Trenord, ora sono 40 al giorno di cui 15 per colpe nostre.
I bus ci sono ancora per situazioni temporanee e di emergenza. Insomma, siamo usciti dalla fase di crisi acuta». Quanto tempo occorrerà? «Dal 2021 aumenterà la qualità della flotta, mentre per l'infrastruttura saranno necessari 3-5 anni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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