Al Mapp laboratori e teatro. In scena le poesie degli ex ricoverati

«Forse verrà/ la morte/ e ci vedrà/ con occhi/ consunti…/ Ma neppure/ quando saremo/ nel substrato terrestre/ ci avrà mai vinti/ la paura/ d'essere/ e d'amare». «Sole che splendi alto,/ come ti volatilizzi?/ Io sono qua per te». Poesie, pensieri ritrovati nei cassetti, negli armadi, tra mozziconi di sigaretta e cianfrusaglie in quello che ora è l'Ex Paolo Pini, ovvero l'Ospedale Psichiatrico di Milano costruito a fine Ottocento ad Affori, ai margini della città, alienato quanto più possibile, poco visibile e difficilmente raggiungibile. «Folle amore», infatti, oggi è un libro (edito da Arca, Associazione Culturale per il Recupero della Creatività artistica) che è stato ricavato raccogliendo i versi ritrovati nell'ospedale quando, a partire dal 1990, s'inizia a mettere concretamente in atto la legge Basaglia del 1978: d'allora il Paolo Pini è diretto da Arca Onlus, presidente Teresa Melorio (psichiatra) e Vicepresidente Enza Baccei (psicologa), che decidono subito di puntare sull'arte come nuovo motore per gestire lo spazio e le attività dell'ex Ospedale Psichiatrico. I pazienti, ora, si trovano da parenti o in case, sempre a Milano, sotto la sorveglianza di personale medico: tutti i giorni il Paolo Pini diventa il loro luogo di lavoro. Secondo orari e programmi prestabiliti vengono accompagnati o si recano autonomamente in Ospedale, e qui lavorano con gli artisti, i musicisti, gli attori o i ballerini che hanno aderito e partecipano al programma di Mapp. La forza di cui parlava la dottoressa diventa, insomma, un'energia da esprimere insieme a degli artisti di professione, e il Pini è il primo ospedale in Italia a mettere in atto questo metodo: «Abbiamo creato il MAPP-Museo d'Arte Paolo Pini, una realtà veramente atipica che riesce a portare l'arte contemporanea fuori dai circuiti di mercato dove siamo abituati a vederla» spiega la d.ssa Baccei. Nelle «Botteghe d'arte» dell'ex Pini si vuole associare la mente e la specifica creatività di una persona con problemi psichici a quella libera e altrettanto scevra di pregiudizi di un artista, sia esso pittore, fotografo, attore o ballerino. Graffiti di artisti si vedono già sui muri del Pini, camminando in cortile per raggiungere il Padiglione 7, sede dei laboratori e della collezione: nomi del calibro di Gunter Brus, Chiara Dynys, Martin Disler, Emilio Tadini e molti altri, hanno lavorato con i pazienti e hanno creato l'attuale collezione d'arte dell'Ospedale. Il libro di poesie «Folle Amore» è diventato uno spettacolo per la regia di Luigi Guaineri con le musiche di Sandro Dandria: dopo il successo al Teatro Verdi gli scorsi 15-17 novembre, il gruppo si prepara per gennaio ad affrontare una vera e propria tournee in varie città lombarde.

Tre sale di pittura, due di musica, due di danza, una per il teatro, una sala per l'incisione e tre polifunzionali: lo spazio al Pini non manca di certo, l'intera attività è gratuita per i partecipanti (fa parte della Mutua) e, infatti, ogni giorno per i corridoi dello stabile, le cui pareti ormai sono interamente rivestite di quadri, si vedono attraverso le porte artisti al lavoro (c'è anche una nuova sala d'incisione, con un vero e proprio torchio, ultimo dono di un appassionato).

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