Maroni a Renzi: «Se devo tagliare allora partirò dagli immigrati»

Prima la prospettiva di dover chiudere dieci ospedali ora la minaccia che, se tagli ci dovranno essere, lui comincerà dai fondi destinati agli extracomunitari. Il governatore Roberto Maroni è impegnato in un corpo a corpo con il governo Renzi che vuole addebitare alla Lombardia un quarto di quei 4 milioni di euro sforbiciati a tutte le regioni.

Ora l'ultimo attacco alla Legge di Stabilità che Maroni continua a definire «legge di stupidità» per la sua ostinazione a non voler applicare i costi standard, il principio per cui un servizio o una siringa debbano costare lo stesso in Piemonte e, tanto per fare un esempio, in Basilicata. Con le singole regioni costrette a essere responsabili dei loro bilanci senza contare poi su qualcuno che alla fine ripiani comunque i conti in rosso. E per questo dalla tradizionale festa della zucca organizzata dalla Lega per Halloween a Ziano nel Piacentino, insieme a Matteo Salvini e Alan Fabbri, candidato presidente della Regione Emilia Romagna per il centrodestra, ha sparato una nuova bordata: se sarà costretto a tagliare quasi un milione di euro a una Regione che i sacrifici li ha già fatti, finendo per costarne solo 19 all'anno per abitante mentre altre ne costano più di 100, allora comincerà dalle «spese per gli immigrati». Perché, «dopo aver premiato la nostra sanità virtuosa con 500 milioni di euro, ora in Finanziaria ce ne vogliono tagliare oltre 900. Farò battaglia durissima.

Se mi costringeranno a tagliare partirò dalle spese per gli immigrati: io i lombardi non intendo penalizzarli». E di questo parlerà domani al Pirellone dove ha convocato, insieme al presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo, i parlamentari di tutti i partiti per chiedere di fare squadra contro i tagli del governo.

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