La Lombardia potrebbe presto avere due nuove università private di medicina. Una targata Humanitas e voluta dalla famiglia Rocca e l'altra targata San Raffaele e tenuta a battesimo dal nuovo patron dell'impero di via Olgettina, Giuseppe Rotelli.
Ieri si sono riuniti i rettori lombardi ed hanno espresso «apprezzamento» per i due progetti. L'assessore uscente alla Sanità Mario Melazzini si è anche spinto oltre dando l'ok esplicito della Regione Lombardia. Si tratta solo di un primo passo e ovviamente, in mancanza di un piano di sviluppo triennale degli studi, è ancora presto perché il coordinamento universitario regionale possa dare un parere positivo ufficiale. Ma l'interesse c'è, ed è tanto. L'ultima parola spetterà comunque al prossimo ministro dell'Università. Se i tempi fossero contenuti all'osso, le prime matricole potrebbero essere arruolate già dal prossimo anno accademico. L'apertura delle due nuove università di medicina amplierebbe l'offerta formativa per gli aspiranti medici. Ma creerebbe anche parecchio scompiglio, soprattutto nel caso del San Raffaele. I rettori infatti pongono una clausola al progetto di Rotelli: «Va bene l'eventuale attivazione dell'università del San Raffaele purché sia contemporanea alla disattivazione dell'università Vita e Salute». Non ci saranno quindi due corsi di medicina in via Olgettina, semmai verrà spazzato via l'ateneo Vita e Salute voluto da Don Verzé e tuttora «gestito» dai Sigilli a lui fedelissimi. Il comitato dei «magnifici» si è tuttavia pronunciato anche sulla protesta in atto da parte degli studenti del Vita e Salute, spaventati dalla separazione in casa tra ateneo (in mano alla fondazione Monte Tabor, roccaforte dei Sigilli) e ospedale San Raffaele (in mano a Rotelli) in vista della scadenza della convenzione nel 2014. Ma sulla possibile alleanza dell'ateneo con un altro ospedale che non sia il San Raffaele, i 12 rettori hanno messo in chiaro: «Innanzitutto va salvaguardato il diritto degli studenti iscritti a proseguire i percorsi formativi. E questo può avvenire o con l'attivazione di una nuova università o, come auspicato dal ministro Profumo, con il raggiungimento di un accordo tra proprietà dell'ospedale San Raffaele e la Fondazione Monte Tabor». Dita incrociate all'Humanitas: l'istituto clinico di Rozzano già ospita, in convenzione, alcuni corsi di studio dell'università Statale di Milano e dal 2003 ha anche avviato un corso di laurea interamente in inglese. Ma non ha mai avuto un'università realmente sua.
La famiglia Rocca lo scorso 28 dicembre ha presentato al ministero dell'università la domanda per aprire la Humanitas University: corsi per medici, infermieri e tecnici di radiologia e radioterapia. In tutto 738 posti per gli studenti, di cui 567 solo nella facoltà di medicina e chirurgia.
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