(...) Dopo pochi metri però la monaca si accorge di essere seguita. Spaventata allunga il passo, ma lo scalpiccio alle sue spalle si fa più frettoloso e vicino. Accenna a una corsa ma inciampa a rotola a terra. Nella caduta le si slaccia dal polso l'orologio. «Il mio orologio» fa appena in tempo a mormorare che già il bandito lo raccoglie e se lo infila in tasca.
Poi la afferra per la veste, la tira su le punta addosso un coltello e le ringhia contro: «Fuori i soldi». Suor Rita non ne ha, cerca di rabbonirlo ma non c'è nulla da fare. «Allora torniamo a casa» sibila spingendola sempre con la lama acuminata puntata alla pancia. Rientrati nell'edificio trovano suor Pierina, la superiore, anche lei subito presa in ostaggio. Le intimidazioni e le richieste di denaro vengono rinnovate, le monache cercano di spiegare al malvivente che non è certo quello il luogo dove può trovare soldi, ma lui non demorde. Alla fine, in due, rovesciando le tasche, e frugando in ogni cassetto riescono a mettere insieme una ventina di euro che prontamente consegnano al balordo. Il bandito arraffa i soldi e portandosi dietro suor Pierina si avvia verso l'uscita, sparendo poi nel buio della sera.
Sono le 21.30 quando finalmente le monache possono chiamare la polizia. Dopo pochi istanti sul posto un paio di volanti Agli agenti, le suore descrivono il rapinatore come un italiano, alto circa 1.80, corporatura robusta, capelli neri e corti.
«Mi chiedeva altri soldi e mi strappava la veste»
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