Fra migranti e rifugiati Ecco tutti i numeri dell'emergenza Milano

Duecento arrivi al giorno, frontiere chiuse Così il sistema accoglienza è andato in crisi

Alberto Giannoni

La città è al limite. Ha un terzo settore forte e generoso, Milano, ma è al limite delle sue forze. Palazzo Marino lo ha detto chiaro e tondo: «In queste notti la città ospita oltre 2.500 migranti a notte. Il tutto mette a durissima prova le nostre strutture e, vista la maggiore permanenza di numerosi profughi che divengono richiedenti asilo, non ci permette assolutamente di sapere se saremo in grado di reggere l'urto dei prossimi arrivi».

Gli arrivi sono tanti. Fonti accreditate hanno calcolato in un migliaio le persone «sbarcate» in una settimana. Uno dei protagonisti dell'accoglienza, il presidente di Fondazione Progetto Arca Alberto Sinigallia, intervistato dal Giornale ha parlato di 200 transitanti in arrivo ogni giorno, in uno scenario del tutto nuovo: prima la quasi totalità dei migranti (fino al 90%) passava da Milano per raggiungere altre città europee, altri Paesi considerati più «promettenti» o accoglienti. E così è stato possibile accogliere, solo per poche ore o giorni, gli 84.500 i profughi passati dalla stazione da ottobre 2013 a ottobre 2015 (16.700 bambini). Oggi la situazione è cambiata: un migrante su due, fra quelli che arrivano, intende fermarsi e chiede asilo, con procedure che possono arrivare fino a 12-15 mesi prima di un responso. E solo 30-40, sui 200 che arrivano, riesce a partire.

Il sistema è intasato, ed è così che è nata l'emergenza dei giorni scorsi in stazione Centrale, con la piazza trasformata in dormitorio di decine di persone che non trovavano posto in via Sammartini (già piena all'inverosimile). Il Comune ora pensa a posti nel campo base Expo per liberare almeno una parte dei letti preparati nei centri d'accoglienza, destinandoli ai «transitanti» veri e propri. Questo significherebbe, per esempio, poter recuperare una parte dei 560 posti «convenzionati» per transitanti in via Sammartini e attualmente occupati da richiedenti asilo. L'operazione non è semplice e anche il sindaco di Rho (Pietro Romano, di centrosinistra) intervistato dal «Giorno», si è detto contrario all'ipotesi del campo base, prospettata dalla prefettura, sostenuta dal collega di Milano Beppe Sala e già tentata a marzo, prima di una retromarcia del governo. I responsabili delle organizzazioni in questi giorni lavorano senza sosta per preparare altri posti, fra il binario 21 e piazza XXV aprile.

Davanti a questo scenario, gli eletti si dividono. Il centrodestra, con il presidente del municipio Samuele Piscina e gli eletti in Consiglio - protesta e chiede un intervento deciso sul fronte del degrado urbano e della sicurezza, di tutti.

Dopo qualche incertezza dello stesso ondivago sindaco Sala, che in campagna elettorale un po' ha rivendicato l'accoglienza un po' ha dato la colpa al governo, l'Amministrazione comunale invece proclama orgogliosamente un punto di vista diverso: «Gli esponenti del centrodestra lanciano assurdi allarmi sicurezza - ha detto l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza - ma va ricordato a chi specula che Milano non è invasa da orde di delinquenti ma da persone in difficoltà. Una città civile ha il dovere di ospitarli in maniera ordinata».

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