(...) Il documento europeo è molto chiaro: ricorda «che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso crimini orrendi, quindi «condanna la diffusione di ideologie totalitarie e invita a sostenere i progetti dedicati alla memoria e sollecita il ricordo di tutte le vittime del totalitarismo».
La risoluzione ha fatto molto parlare di sé anche a Milano. L'ex sindaco, Giuliano Pisapia è stato ferocemente criticato «da sinistra», e ieri è dovuto tornare sul suo voto favorevole. Ha spiegato che è «sbagliata l'equiparazione tra comunismo e nazismo», e ha pure azzardato che «la tradizione comunista in Italia «non ha nulla a che vedere» con la dittatura stalinista. Ma tutto sommato ha tenuto il punto, dichiarando che «il voto è stato dettato da verità storiche inconfutabili». Uguale e contraria la manovra di un altro eurodeputato eletto col Pd, Pierfrancesco Majorino. L'ex assessore, non avendo votato il documento, ha dovuto al contrario spiegare che «ovviamente l'esperienza del socialismo reale è stata segnata da drammi e scelte sconvolgenti, assolutamente da condannare».
In mezzo a questi tormenti si infila la proposta di Fdi, che chiede all'attuale sindaco, Beppe Sala, di chiarire la sua posizione, e intanto annuncia iniziative in città, a partire da mozioni che propongano di integrare quella che il coordinatore milanese di Fdi Riccardo Truppo chiama «la dichiarazione confessoria autopurificante di antifascismo». «I limiti alla libertà di pensiero non ritengo siano giusti - spiega - ma se ci devono essere, come vuole la sinistra, allora siano completi e comprendano anche l'anticomunismo». La dichiarazione antifascista, che serve ad avere spazi comunali, era già stata molto contestata due anni fa in Aula, tanto che di fronte alla presunzione della sinistra, il popolare Matteo Forte liberò un moto di orgoglio anticomunista, di matrice cattolico-liberale: «Io - tuonò - non imparo la libertà e la democrazia da chi ha sostenuto il Comunismo per decenni. Chiaro?». Sapeva di che parlava, Forte, anche come storico e autore di un libro su Porzus, l'eccidio che nel '45 vide diciassette partigiani laici, socialisti e cattolici uccisi dai comunisti delle Brigate Garibaldi.
Il
25 aprile, le foibe, i 30 anni dalla caduta del muro. La materia della memoria ovviamente va maneggiata con cautela, ma Milano, col suo «dna» anti-ideologico, liberale e riformista - può farlo senz'altro.Alberto Giannoni
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