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Con "Milano in Salute". Sala vuole fare le pulci alla sanità lombarda

Lista di medici, infermieri, malati cronici. Lui (per ora) assicura: "Non è anti Regione"

Con "Milano in Salute". Sala vuole fare le pulci alla sanità lombarda

Beppe Sala (per ora) garantisce che non si tratta di un'operazione «anti Regione o anti Moratti, non nasce assolutamente con intenti polemici» anzi «l'assessore al Welfare ha dichiarato che la legge sul sistema sanitario regionale va cambiata e noi vogliamo sederci al tavolo e dare un contributo, non è corretto che lo facciano da soli». Quando si scalderà la campagna potrebbero alzarsi i toni. Il sindaco ha lanciato ieri la lista Milano in Salute guidata dal medico e consigliere comunale di Alleanza civica Marco Fumagalli e da Francesca Ulivi, giornalista, colpita da malattia cronica degenerativa e costretta suo malgrado a «firmare un contratto a vita con la sanità pubblica», oggi è direttore generale della Fondazione Italiana Diabete. Sala spiega che la lista nasce «dal paradosso che il sindaco dal Testo Unico è ritenuto formalmente responsabile della salute dei cittadini ma di fatto non ha leve. Può essere anche una scusante, per scaricare le responsabilità su Regione e Stato, ma la pandemia ha dimostrato come i cittadini si rivolgano in primis ai sindaci, e credo che il Comune di Milano debba chiedere di avere quelle leve sul territorio». Le priorità del programma sono «la rinascita delle Case della salute o consultori, sedi con 4/5 medici che facciano da filtro alle cure in ospedale, e la Regione non mi sembra contraria» e «una revisione dei medici di base, oggi con 1.600 pazienti a testa sono dei produttori di ricette». Non sarà «una lista acchiapavoti, non abbiamo cercato il grande nome o il virologo ma professionisti competenti che hanno a che fare quotidianamente con problematiche che riguardano la salute, medici, psicologi, dentisti, infermieri, assistenti sociosanitari, biologi». Sostiene che «la povertà del presidio territoriale è evidente, tra la cura a casa e l'ospedale in mezzo non c'è nulla o come è accaduto in emergenza Covid si bloccano altri interventi. Milano vuole essere protagonista, poi in ultimo deciderà la Regione, ma la gestione sanitaria sta diventando il tema principale nella scelta se venire a vivere in città». E Milano punta ai fondi del Recovery, «possiamo farci assegnare fondi per le Case della Salute». Precisa che devono cresce gli investimenti sul pubblico ma non fa «assolutamente guerra al sistema privato». Punta all'elezione di «almeno uno o due consiglieri». E insieme a «Salute» e Pd, Milano Unita, Verdi Europei, lista Sala e Volt sono 6 oggi le liste quelle ufficiali e «c'è un mondo fatto da Azione, Più Europa con Radicali, Alleanza Civica, Italia Viva e l'area di Librandi, li sto invitando a decidere entro metà giugno se presentare una o due liste, non andremo oltre 7 o 8 in totale». Al momento si tratta di tre percorsi autonomi, Sala spera che Azione di Calenda e +Europa si uniscano per scendere a due.

Per il capogruppo regionale Fi Gianluca Comazzi «è vergognoso che Sala strumentalizzi un tema delicato come quello sanitario per scopi elettorali. La salute è un tema universale che unisce, non vanno cavalcato come se fosse un brand. Mi auguro ci ripensi».

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