Il nuovo amministratore delegato di Stage Entertainment Matteo Forte lo aveva detto a inizio 2012: il Teatro Nazionale, casa del musical milanese da ormai tre stagioni, si aprirà ad iniziative e spettacoli collaterali. Ad esempio nelle serate come quelle del lunedì, fuori dal cartellone a lunga tenitura del titolo principale stagionale. Il progetto prende il via lunedì 19 marzo con una tre giorni (spettacoli ore 20.30, ingresso 39-30 euro, info 02.89.01.55.19) destinata ad occupare il palcoscenico anche il 2 e il 23 aprile, intitolata «Milanesità, musiche e parole del cabaret milanese».
La rassegna, curata dal direttore artistico (e attore) Francesco Pellicini, porta al Nazionale alcuni dei più nobili rappresentanti dello storico cabaret meneghino, da intendersi non come l'epigono catodico delle gag «tre-minuti-e-via» oggi popolarissimi sotto i marchi di «Zelig» e «Colorado», bensì quella forma di teatro-canzone che festeggia quest'anno il mezzo secolo di tradizione. Artisti come Nanni Svampa, Roberto Brivio, Lino Patruno (e quindi, per gli appassionati, la notizia nella notizia: il ritorno dei Gufi), Flavio Oreglio, Enzo Iacchetti, Davide Rota (nipote di Dario Fo), Umberto Faini (pittore e storico della milanesità), Luca Maciachini (giovane promessa del teatro-canzone) e, per un gran finale, Paolo Rossi. La rassegna si distribuirà in tre appuntamenti, il primo dei quali vede assoluto protagonista Nanni Svampa con la serata «Cabaret Concerto»: accompagnato dal chitarrista Antonio Mastino, Svampa condurrà per mano il pubblico in una sorta di «passeggiata sui Navigli», alla riscoperta «di un patrimonio che sta perdendosi», come dice lui stesso: «Il cabaret nasce dal teatro-canzone - spiega vulcanico come sempre Svampa - Posso dire di sentirmi autorevole quando si parla di milanesità. Ebbene, per me essa non è una categoria linguistica e territoriale dura e pura, piuttosto una categoria dello spirito. Con questa rassegna non vogliamo certo fare i parrucconi della milanesità da Area C: il sentirsi milanese parte dal centro e arriva fino alla Valtellina. E il cabaret meneghino è un modo di ridere e di far musica. Gaber non parlava quasi mai in dialetto, ma era spiritualmente milanese. Lo stesso Oreglio, il suo humor caustico è milanese doc».
Lo show di Svampa sarà una cascata di aneddoti e memorie, «dalle osterie alle mille storie popolari, da Milano fino al Lago Maggiore. Risalenti ai tempi in cui chiunque sapeva uscire in cortile e tirare il collo a una gallina se si doveva cucinare il pollo. Con buona pace degli animalisti».
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