Cronaca locale

Mini superiori, pronte anche le statali

Mini superiori, pronte anche le statali

Scuola superiore di 4 anni: un modello solo per le private oppure applicabile, oggi, anche alle statali? «Noi siamo pronti», spiega Nadia Cattaneo, preside dell'Istituto tecnico Tesi di Busto Arsizio che ha fatto richiesta di «tagliare» di un anno ed è in attesa di riceve l'ok. Per ora infatti sono tre in Lombardia le scuole superiori che hanno avuto l'ok dal ministro a accorciare i tempi - da 5 a 4 anni - e rimodulare il percorso didattico. Tre scuole parificate: a Milano il collegio San Carlo ha già avviato il percorso da tempo ed è pronto a sfornare non solo i primi studenti quadriennali nel 2015, ma anche un format applicabile a istituti privati o pubblici. Poi ci sono il «Carli» a Brescia e l'«Olga Fiorini» a Busto Arsizio. «Mi auguro - ha confermato il direttore scolastico regionale Francesco De Sanctis - che il via libera dal ministro sia dato anche alla la sperimentazione al Tosi di Busto Arsizio che è pronto per un progetto di questo tipo». È lui il primo a dire che ridurre tutta la questione del passaggio della scuola superiore da 5 a 4 anni a numeri di cattedre e organico è fuorviante e riduttivo. «Dobbiamo parlare del valore di un progetto che è una sperimentazione, che ritocca modelli didattici e quadri orari».
Modelli che le scuole paritarie, con una maggiore autonomia, riescono a gestire meglio. Ma che con lungimiranza e buona volontà sono ugualmente applicabili alla scuola pubblica. É quello che sostiene con forza la preside del Tosi, Nadia Cattaneo, in attesa di ricevere la «buona notizia» dal ministero. Il Tosi ha 1936 studenti, ed è un tecnico economico con tutti gli indirizzi dalle relazioni internazionali al turismo. «Il nostro istituto ha da sempre una vocazione internazionale - racconta - E nel tempo abbiamo consolidato relazioni con paesi europei ma anche più lontani, America, Giappone, Cina. Stage e scambi sono frequenti sia durante l'anno che in estate». Il via libera alla sperimentazione non cambierebbe di una virgola neppure qui ore di lezione e numero di insegnanti. Qui si tratta di 1056 ore (32 a settimana) che sarebbero spalmate in modo diverso. Il tempo scuola diventerebbe più lungo ma questo non vuole dire che i ragazzi starebbero seduti più ore dietro un banco. Liceo in quattro anni significa gestire la didattica in modo completamente diverso come hanno sperimentato al San Carlo in città. Poche lezioni frontali, molta esperienza e didattica personalizzata. La pensa così anche Nadia Cattaneo, alla guida dell'istituto pubblico. «Ci deve essere la possibilità di usare le nuove tecnologie, tempo scuola da spendere all'estero». Pubblico come privato. È possibile? Lei ne è convinta «perché tutte e due devono andare alla stessa velocità verso il meglio». Resistenze? «Di fronte all'innovazione, specie se forte come questa c'è sempre chi reagisce con entusiasmo perchè si rende conto che la scuola non può rimanere impacchettata in modelli ormai superati. E chi invece ha paura a lasciare schemi ormai consolidati e allora fa resistenza».
Nella scuola paritaria chi vuole accedere al Liceo Internazionale per l'Intercultura del San Carlo ad esempio deve essere pronto a superare un test attraverso il quale deve filtrare la voglia di studiare - tanta - e anche quella di impegnarsi in un percorso inusuale, anche nell'idea quadriennale della scuola pubblica c'è l'individuazione di un «profilo» del ragazzo e della famiglia che gli è alle spalle. «È necessaria un'alta motivazione e un profilo idoneo ad affrontare la sperimentazione - dice la preside - Ci deve essere la consapevolezza che si sta costruendo un percorso che non c'è. Alla fine del quale ci sarà anche una valutazione ad hoc». Se infatti il modello di studio su cui si basano le scuole quadriennali viaggia per competenze, anche la maturità finale non si baserà solo sulla conoscenza.

Una rivoluzione insomma, della quale si parla fin dai tempi di Berlinguer ministro ma che ora parte proprio dalla Lombardia.

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