"Moratti, poi rosso ora verde". Il centrodestra: un camaleonte

Un sondaggio boccia le sue politiche e la gestione Covid. Riparte la caccia allo sfidante: "Sarà un uomo del fare"

"Moratti, poi rosso ora verde". Il centrodestra: un camaleonte

In assenza (per ora) di un candidato, i partiti del centrodestra si accontentano di sfogliare sondaggi che lasciano ben sperare e dimostrano che la sfida per Palazzo Marino è tutt'altro che scontata. Se il sindaco uscente parte in teoria come superfavorito, in tanti hanno giudicato deludente la gestione della pandemia messa in campo della giunta e sono pronti a scommettere su un altro cavallo per il prossimo quinquennio. La ricerca condotta tra il 26 febbraio e il primo marzo da Gpf Inspiring Research su un campione rappresentativo di 800 residenti consultati attraverso interviste telefoniche, rivela ad esempio che l'operato della giunta negli ultimi 5 anni non raggiunge la sufficienza. Supera il 6 solo su mobilità verde, infrastrutture, innovazione e creazione di un ambiente favorevole alle imprese. Il 48% dei milanesi è molto insoddisfatto della performance durante l'emergenza Covid e la figura di Sala convince a pieni voti solo due intervistati su dieci. Per 9 su 10 il nuovo sindaco dovrebbe essere un rappresentante della società civile. Il 42% voterebbe un candidato di centrodestra, il 49% dice di voler votare Sala in quanto espressione del centrosinistra, mentre il 9% opterebbe per un grillino. Per quasi il 50% del campione Sala non è la persona giusta per gestire e rilanciare Milano nella fase post pandemia. Tra i papabili del centrodestra proposti al campione - Gabriele Albertini, Maurizio Lupi, Stefano Bolognini, Simone Crolla e Roberto Rasia -, l'ex sindaco è quello che gode di maggiore notorietà mentre l'intenzione di voto maggiore verrebbe raccolta da Crolla, managing director dell'American Chamber of Commerce.

La svolta green annunciata ieri da Sala a Repubblica («aderisco ai Verdi Europei, nel Pd ci sono troppe correnti») ha scatenato le ironie del centrodestra. «È l'ennesimo, tragicomico smacco per gli esponenti del Pd milanese, rinnegati dal sindaco che hanno eletto e sostenuto in questi 5 anni - commenta il capogruppo regionale di Forza Italia Gianluca Comazzi - Con la sua svolta gretina è emerso ciò che era evidente da tempo. Sala ha usato il Pd come taxi per vincere le primarie e governare grazie ai loro voti. Ora i dem si troveranno nell'imbarazzante posizione di dover reggere il moccolo a un candidato che non si riconosce nel loro partito». Per il capogruppo azzurro in Comune, Fabrizio De Pasquale, la svolta nasce piuttosto dalla «delusione perché a Roma nessuno pensa mai a lui. Adesso il centrodestra scelga un vero uomo del fare. Diamo rappresentanza alla Milano che vuol lavorare, fare impresa e solidarietà concreta, senza inseguire le fumose utopie green che bloccano la città». Nulla di sorprendente «anzi è l'epilogo che ci potevamo aspettare dopo l'ultimo anno di stravolgimenti alla mobilità» secondo il consigliere Fdi Riccardo De Corato: «Sala camaleonte ha un abito adatto per ogni occasione, dopo essere stato dg in Comune con la giunta Moratti ed essere passato al centrosinistra ora indosserà la maglia verde. Dalla sua agenda però sembra scomparsa la parola sicurezza, pensa solo a monopattini, piazze colorate e biciclette». L'eurodeputato Fdi Carlo Fidanza lo battezza ironicamente «Sala Thunberg», riferendosi a Greta, la fondatrice dei Fridays for future (sul web ieri circolavano anche fotomontaggi di Sala con le trecce e il giubbotto giallo come la giovane paladina dell'ambiente). Per il commissario cittadino della Lega Stefano Bolognini «anche la bocciatura degli assessori della sua giunta al secondo mandato è da leggere come un segnale di insofferenza nei confronti del Pd. Le ricadute su Milano sono tutt'altro che scontate.

I Verdi da sempre sono contrari alle opere pubbliche e allo sviluppo delle infrastrutture, penso ad esempio al nuovo stadio di San Siro. Mi chiedo quale sarà ora l'atteggiamento di Sala nei confronti di questo tema strategico».

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