Mostre all'Hangar sempre aperte aspettando Kiefer

È vero, è fuori mano, lontano dal centro e dal classico circuito del mondo dell'arte. Eppure Hangar Bicocca, lo spazio meneghino per l'arte contemporanea gestito e finanziato da Pirelli e aperto al pubblico gratuitamente, si è presto confermato come una delle tappe imprescindibili per il turismo artsy in città, quello che cerca mostre di buon livello e spazi gradevoli dove accomodarsi e ritrovarsi per un caffé. Siamo in Bicocca, e i quindicimila metri quadrati della struttura industriale in passato riservata alla costruzione di componenti di treni ospitano tra le più interessanti monografiche dedicate ad artisti contemporanei e un servizio di visite guidate scandito, ogni giorno, da cinque tour (per le domeniche di agosto, c'è anche la possibilità di richiedere un tour un lingua inglese, info su www.hangarbicocca.org, dalle 11 alle 23). E se a settembre la stagione delle mostre inaugurerà in grande, con l'ampliamento dell'installazione permanente dei Sette Palazzi Celesti dell'artistar Anselm Kiefer da dieci anni ospitata negli spazi dell'Hangar, questo mese si può passare un'intera giornata a perdersi tra gli alti muri del capannone. Ad eccezione della settimana di ferragosto, sono infatti sempre rimaste aperte le due personali dedicate al messicano Damián Ortega e allo spagnolo Juan Muñoz. È un tour emozionale, quello che si può compiere all'Hangar: si può cominciare dal «Casino» di Ortega – questo il titolo della prima personale italiana dell'artista di Città del Messico, classe '67 – e immergersi nel suo universo fatto di oggetti comuni quali macchine, utensili, attrezzi rivisitati dagli occhi e dalle mani dell'artista. Un esempio per tutti? La rilettura del mitico maggiolino Volkswagen, nel progetto «Beetle Trilogy» , un inno alla cultura «on the road», al viaggio, alla libertà (visite guidate anche sabato pomeriggio, alle 17.30 e domenica alle 11.30 e alle 21.30).

Si è appena conclusa invece la mostra dedicata a Muñoz, in una mostra che vanta, come nel caso di Ortega, la curatela di Vicente Todoli, direttore di Hangar Bicocca. «Juan Muñoz. Double Blind and Around» (fino al 23 agosto) è stata una delle mostre dell'anno, anche se non si sa nulla di arte contemporanea. «Sono solo uno storyteller, uno che racconta storie», diceva Juan Muñoz, artista madrileno morto a soli 48 anni nel 2001.

Le sue storie hanno dei personaggi precisi: sono un centinaio di creature di resina alte poco più di un metro e mezzo, dotate di mille espressioni. Tante scene diverse come dentro un teatro un teatro, tra commedia e tragedia.

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