Coronavirus

Movida, scuole, bus e abusivi. Quando virus fa rima con caos

C'è chi chiede i militari per controllare assembramenti e locali ma i mercatini "illegali" sono fuori controllo

Movida, scuole, bus e abusivi. Quando virus fa rima con caos

Dalla stretta sulla movida, controllata anche dai militari se necessario all'assoluta anarchia che regna tra gli abusivi che siano venditori di birre nelle piazze o mercatini abusivi, dal numero chiuso per le celebrazioni religiose e le feste private, all'insufficienza di controlli nelle aree« calde» del sabato sera. Regole ferree per l'ingresso a scuola, con tanto di turni per gli studenti per partecipare alle lezioni, ma nessuno a vigilare all'uscita. Per non parlare di parchi e giardinetti «terra di nessuno». Dai mezzi pubblici affollati alla reintroduzione di Area B e Area C: sono molteplici le contraddizioni che imperano in città rispetto alle regole per la lotta al contagio.

MOVIDA E ABUSIVI

Se solo tre giorni fa, il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha parlato della possibilità di controllare gli assembramenti fuori da bar e locali e il rispetto dell'obbligo della mascherina anche all'aperto con i soldati, le immagini arrivate ieri mattina dal mercatino abusivo di viale Puglie fanno venire i brividi. «Migliaia di persone accalcate senza mascherine proprio nel weekend in cui il sindaco Sala ha disposto una stretta sui controlli nelle zone rosse della movida, ma non in periferia - denuncia il presidente del municipio 4 Paolo Bassi- . Per il mercatino di viale Puglie, infatti, i vigili dicono che non è stato previsto nessun servizio».

Così se il nuovo Dpcm prevede una stretta sulle feste e riunioni private, «che sarebbero la fonte primaria dei nuovi contagi da Covid 19», con un limite massimo di trenta partecipanti imposto a matrimoni, battesimi, comunioni e cresime. E il divieto di assembramento davanti ai bar dalle 21 con chiusura di locali e ristoranti anticipata alle 24 «sono diverse le immagini e i filmati girati sabato notte nelle zone delle Colonne di San Lorenzo e dei Navigli che riprendono una situazione disastrosa: centinaia di giovani che girano indisturbati senza mascherine e si accalcano davanti ai locali senza rispettare il distanziamento» osserva Riccardo De Corato assessore regionale alla Sicurezza.

SCUOLE E PARCHI

Stesso discorso per le scuole di ogni ordine e grado: se le regole per l'ingresso e la permanenza in classe sono ferree, tanto da imporre in alcuni istituti sacchetti di plastica in cui riporre indumenti e borse, intervallo seduti ai banchi per evitare contatti tra i bambini, turni per partecipare alle lezioni in presenza, con inevitabili sacrifici per gli studenti e le famiglie, fuori da scuola non controlla più nessuno. Sulle gradinate e appena fuori dai cancelli si vedono tutti i giorni decine di ragazzini senza mascherina, ammassati e a distanza molto ravvicinata.

Stesso scenario per i parchi giochi e i giardini dove i ragazzini chiacchierano, gridano, cantano, si rincorrono senza alcun tipo di dispositivo, e i bambini sopra i 6 anni usano le attrezzature a loro riservate o giocano negli spazi verdi senza indossare le mascherine obbligatorie all'aperto.

MOBILITÀ

Hanno fatto il giro del Paese le immagini della metropolitana stipata, sulle banchine e sui vagoni e il sindaco, oltre a sostenere che il numero dei passeggeri non ha mai raggiunto la soglia dell'80 per cento di capienza, consentito per legge, ha saputo solo reintrodurre Area B e Area C, disincentivando l'utilizzo dell'auto. Peccato che sarà difficile immaginare che i milanesi, con la pioggia o con il freddo, useranno la bici, vista anche la pericolosità delle piste ciclabili. Mentre per i pendolari non esisteranno alternative ai treni stipati.

STADI

Il Dpcm prevede la possibilità della chiusura a livello amatoriale di discipline di contatto come il calcetto e il basket. Amedeo Mangili, vicepresidente della Pro Sesto (serie C) invoca equità: «Siamo tutti professionisti quindi i provvedimenti in tema di affluenza allo stadio dovranno essere uniformi per le tre categorie.

Non ci sia un calcio di Serie A e uno di Serie B o, peggio, di Serie C».

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