Multe, buco da 9 milioni per i ricorsi

Ci sono i «seriali», l'incubo numero uno in prefettura. Sono gli automobilisti che hanno parcheggiato in divieto di sosta, in doppia fila, hanno invaso corsia riservata ai bus senza pass, hanno torto marcio ma ci provano: impugnano tutte le sanzioni, senza eccezioni, sperando che cadano in prescrizione grazie al sistema lumaca dei ricorsi. E una volta su due la fanno franca. I ricorsi al prefetto nel 2012 sono stati ben 238.864, pari all'11% del totale dei verbali notificati dalla polizia locale (che sono 2 milioni l'anno) . Se entro 330 giorni il cittadino non riceve comunicazioni, la multa è annullata. Avviene «nel 50% dei casi» ha ammesso ieri il viceprefetto Vittorio Zappalorto. Per le casse del Comune, un buco da circa 9 milioni. E con i chiari di luna sul bilancio, non sorprende che Palazzo Marino abbia deciso di dare una stretta. Negli ultimi dieci anni i ricorsi sono raddoppiati, dal 5 al 10% delle sanzioni. Dal 2011 con l'aumento delle telecamere è stato un boom sia di verbali che di contestazioni. Oggi il 30% delle multe riguarda divieti di sosta, il 5% altre infrazioni emesse ancora con il classico blocchetto ma almeno il 60% delle contravvenzioni viene fotografata con le telecamere, primi in classifica gli ingressi in Area C senza ticket, a seguire l'invasione di corsie preferenziali, poi Ztl, isole pedonali, multe con autovelox e semafori «intelligenti». I controlli elettronici sono aumentati, ma la prefettura che è rimasta finora a gestire una mole di ricorsi con sistema cartaceo. «Ecco perchè - spiega l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli - abbiamo deciso di firmare un protocollo che integrerà i database dei vigili con quelli di Palazzo Diotti, tutte le procedure e gli scambi di documenti saranno finalmente informatizzati, questo accelererà gli scambi e permetterà anche a noi di presentare velocemente le controdeduzioni ai ricorsi». Va detto infatti che dei casi trattati, il 95% finisce con parere favorevole ai ghisa, e agli automobilisti tocca pagare la sanzione raddoppiata. Il messaggio insiste Granelli «è che d'ora in poi converrà fare ricorso quando si ritiene di avere davvero ragione, in buona fede. Per i “seriali“ sarà meno facile farla franca». Il sistema che dovrebbe andare a regime entro fine anno e sarà esteso poi agli altri Comuni della provincia che ricadono sotto la prefettura di Milano, anche se il capoluogo «pesa» la metà delle pratiche.
Sono meno, circa 50mila all'anno, i ricorsi al Giudice di pace, dove il costo per avviare la pratica (35 euro) è già un freno, ma anche i tempi per essere convocati in udienza sono più brevi. Difficile insomma sperare nella prescrizione, i «furbetti» puntano sulla prefettura, anche se in caso di torto si rischia di pagare doppio.
Il Comune investe sull'operazione 145mila euro, da un lato c'è l'informatizzazione, dall'altra la creazione di una task force di vigili (46 a regime) dedicati alla scannerizzazione dei documenti e alle procedure per replicare alle contestazioni dei residenti.

La filosofia ribadisce Granelli è «più equità e rispetto delle leggi». Ma anche più introiti in bilancio. Nel consuntivo 2012 la voce multe (comprese quelle per i regolamenti del commercio) pesava in totale 250 milioni di euro.

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