È cominciata con un'incredula domanda: «Ma sono solo io che sento 'sta puzza oggi?» si chiedeva timidamente qualcuno uscendo di casa, o affacciandosi sui social netwoork. In quattro e quattr'otto ieri mattina la puzza di Milano è diventato argomento di dominio pubblico. E non solo di conversazione. C'è chi ha telefonato ai vigili, chi all'Arpa. Chi si è buttato in rete a cercare spiegazioni: perché all'improvviso una mattina ti svegli e la metropoli oltre ad essere di nuovo grigia di nebbia puzza pure di cacca? Più facile rispondere alla prima domanda. Gli esperti avvisano: l'autunno ormai è alle porte, umidità e ristagno d'aria hanno subito riportato la nebbia in città. Altra storia per la puzza. Vista la coincidenza con la giornata ovviamente le battute per strada e su twitter si sprecavano. Da «è davvero cambiato il vento a Milano» a «oggi hanno tutti la puzza sotto al naso» per arrivare a «qualcuno l'ha fatta grossa oggi» e via ironizzando. Ogni riferimento, ovviamente, non era puramente causale. D'altronde ieri mattina quando Milano da nord a sud, da est a ovest ha aperto le finestre è stata investita da una zaffata di terribile puzza. Chi l'ha definita di stalla, chi di pollaio, chi di cavalli chi un non meglio specificato «di fattoria». Per dirla in una parola: cacca, che sulle bocche dei milanesi è stata sfumata nelle sue varie declinazioni. L'odore, forte e chiaro, alle 8 insieme a un'uggiosa nebbiolina ha dato il buongiorno alla città. Unico dubbio, la provenienza: fogna o concime? Visto che siamo in città pareva più probabile la prima ipotesi. Ma a rispondere al quesito via twitter ha pensato addirittura il sindaco Pisapia che, investito dalla puzza in rete, ha rassicurato i navigatori: concime. E proprio di concime si è trattato. Quello naturale, ovvero sterco di mucca ieri distribuito probabilmente in misura massiccia sui terreni della cintura milanese. A ottobre succede spesso. Come spiegano alla Coldiretti dal primo novembre scatta il divieto di «spandimento del concime». Così in questo periodo gli agricoltori preparano il terreno prima di lasciarlo riposare per l'inverno. Da lunedì poi dovrebbe pure piovere... A dare manforte all'olezzo, spingendolo a oltrepassare le porte della città, è stato anche il clima che tiene in scacco la padana. «È chiusa dalla Alpi a nord e a ovest, dagli Appennini al sud, l'unico sbocco è verso l'Adriatico - ricorda Paolo Corazzon, di Epson meteo -. Quando non ci sono correnti, l'aria ristagna». Da 4 o 5 giorni infatti non c'è ricambio. È come stare in una casa con le finestre sempre chiuse. L'aria che gira è sempre la stessa. E se quella si impregna di puzza, c'è poco da fare: aleggia sulla città senza trovare via di fuga. E senza dare ai milanesi scampo. Pareva di stare effettivamente in mezzo alla campagna invece di essere nel bel mezzo della metropoli. Tutta la città è circondata da aree agricole facevano notare ieri mattina a Palazzo Marino. Bastano una manciata di chilometri per trovarsi un attimo in mezzo alla campagna. Quella stessa manciata di chilometri che bastano alla puzza per non fermarsi neppure davanti alle telecamere dell'Area C. Dunque, è tutto vero. L'aria puzza. Puzza di cacca.
Resta aperta la questione: puzzerà anche nei prossimi giorni? A sentire Corazzon a parte un po' di pioggia oggi, almeno fino a lunedì l'aria continuerà a ristagnare, ci sarà umidità e nebbia. La solita trappola, pronta a catturare puzze vaganti sia che si tratti di smog che di cacche varie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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