Negli ospedali allarme medici ma calano contagi e ricoveri

Oculisti, chirurghi, dermatologi nei reparti Covid. La Uil: "Inviate decine di diffide, è un rischio per tutti"

Negli ospedali allarme medici ma calano contagi e ricoveri

Iniziano a calare i contagi - ieri si sono registrati 4.886 nuovi casi, il 15 per cento dei tamponi effettuati - e scendono i ricoveri in terapia intensiva che segnano addirittura -13, mentre si registrano solo 29 nuovi ricoveri negli altri reparti. Rimane invece estremamente critica la situazione negli ospedali: sono centinaia gli ordini di servizio che sono piovuti sulla testa degli specialisti, come oculisti, chirurghi, dermatologi, tanto per fare un esempio, per andare a prestare servizio in reparti Covid. Un fenomeno diffuso in tutti gli ospedali della Lombardia, in particolare a Milano e nell'area tra Monza e Brianza e il Varesotto. Pratica, dettata dalla situazione di estrema emergenza, che ha creato malumori e tensioni negli ospedali. i medici «non equipollenti» cioè con specialità non affini a quelle richieste per un reparto Covid, sono stati dirottati «di imperio» nei reparti dove sono ricoverati pazienti Covid, più o meno gravi.

Il problema è complesso: da un lato il Piano di contingenza che la Regione ha predisposto in previsione della seconda ondata «è stato modificato in corso d'opera perché alcune strutture si sono tirate indietro», spiega il direttore sanitario di un presidio ospedaliero. Brescia e Bergamo in primis come aveva denunciato il sindaco di Monza Dario Allevi, tanto che la Regione era intervenuta facendo trasferire pazienti da Monza in quegli ospedali, e dall'altro l'enorme numero di quarantena e contagi che ha colpito, questa volta, il personale sanitario decimandolo. Secondo i calcoli della Regione servirebbero 4mila medici aggiuntivi in supporto all'intero sistema. Da qui la necessità di spostare il personale delle chirurgie (Regione ha dato indicazioni di sospendere tutti gli interventi differibili e non urgenti) e dei reparti che hanno temporaneamente sospeso l'attività ambulatoriale. «In mezzo gli specialisti, che si ritrovano a dover svolgere mansioni per cui non formati con conseguenze penali, assicurative, di etica professionale e di abbassamento della qualità della cura per gli stessi cittadini» spiega Danilo Mazzacane della Cisl Medici Lombardia.

La Uil ha inviato «decine e decine di diffide alle direzioni sanitarie degli ospedali, firmate da medici che non se la sentivano di andare nei reparti Covid» spiega Paolo Campi responsabile per la Lombardia. Gli stessi medici contestano la disorganizzazione delle direzioni sanitarie che non hanno pensato a propri Piani di contingenza, ovvero una programmazione del personale necessario in base ai diversi scenari. C'è da dire però che se in primavera gli ordini di servizio arrivavano via whatsapp o in corridoio, «ora arrivano in forma ufficiale, rappresentando una forma di tutela sotto il profilo legale e assicurativo nei confronti del singolo dipendente» spiega il direttore sanitario.

Da qui la richiesta della Cgil ai vertici dell'assessorato al Welfare di «evitare un utilizzo improprio degli anestesisti e rianimatori in reparti a bassa e media intensità di cura, l'identificazione in base alle norme, ai profili professionali e all'intensità di cura dei pazienti i contingenti da attribuire alle Unità-Covid mediante un impegno graduale dei professionisti, da coinvolgere solo con funzioni di supporto».

Cimo Fesmed «ricorda il grande disagio, anche emotivo, che medici e personale sanitario vivono nell'attuale fase della pandemia, sentendosi traditi dalla mancanza di interventi strutturali e di tutele». Nel mirino l'organizzazione delle strutture che hanno generato la rincorsa alla apertura di letti di terapie intensive e subintensive senza il personale necessario; l'inappropriata assegnazione di medici in aree di cui non hanno competenza, con rischi sull'appropriatezza delle cure o sulla salute del medico stesso».

Così anche il presidente lombardo dell'Ordine dei Medici Carlo Rossi ricorda come «vada evitato l'uso improprio degli ordini di servizio, tanto che il medico ha il diritto di non ottemperare».

Per fare chiarezza e dare linee guida uniformi a tutte le Asst la direzione generale Welfare il 20 novembre ha emanato la nota sull'«Impiego di personale della Dirigenza Medica e Sanitaria presso reparti Covid».

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