Cronaca locale

Negozianti «green» Con le lame d'aria consumi ridotti dell'85%

Gli impianti sopra le porte degli esercizi riducono del 40 per cento le emissioni di Co2

Negozianti «green» Con le lame d'aria  consumi ridotti dell'85%

Le lame d'aria sono oggettivamente efficaci per il contenimento energetico e termico e sono state installate nel 90 per cento degli esercizi commerciali della nostra città. Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, non ci sta a far passare la categoria come «nemica» dell'ambiente, anzi. Questo per rispondere alle accuse che piovono da più parti verso le porte automatiche dei negozi che il regolamento dell'Aria del Comune vuole chiuse. «Il regolamento per l'aria di Palazzo Marino prevede l'obbligo di mantenere le porte scorrevoli dei negozi chiuse, per evitare dispersione termica ed energetica, ma con la deroga per i negozi che hanno installato le lame d'aria, dal momento che costituiscono un valido strumento per evitare lo spreco energetico». Di cosa si tratta? Di impianti posti sopra le porte di ingresso che producono un getto d'aria costituito da uno o più ventilatori centrifughi che girano a velocità elevata e che aspirano l'aria dall'alto formando così tra l'ambiente interno e quello esterno una barriera d'aria invisibile che impedisce l'ingresso di aria da fuori evitando dispersioni termiche. Le barriere d'aria possono raggiungere livelli di separazione dell'aria sino all'85 per cento: il flusso laminare, in cui l'aria si sposta alla stessa velocità e nella stessa direzione fino al pavimento, agisce come una tenda che riduce le perdite di calore. Secondo gli studi di Confcommercio per un negozio di circa 80 metri quadrati con un ingresso di 15 persone al minuto e una temperatura interna di 26 gradi, le porte aperte con il dispositivo delle lame d'aria consentono un risparmio energetico dell'85 per cento. A fronte di un consumo di 6 kwh da parte degli esercizi con impianti di lame d'aria se ne calcolano 40,32 kwh per quelli sprovvisti di impianto. Così per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica si calcola un risparmio del 40 per cento: 492 kg al giorno di emissioni di anidride carbonica per i negozi con porte chiuse contro i 295 kg dei negozi con porte aperte, ma con lame d'aria. Non solo dunque il regolamento del Comune di Milano prevede questa deroga, ma così è anche per Firenze e la Spagna, diversa la situazione per Parigi, ma «solo perché non conoscono questo tipo di impianti». Non solo, la possibilità di tenere le porte aperte dei negozi «favorisce il ricambio d'aria - ricorda Barbieri - fondamentale negli ambienti chiusi per limitare la circolazione del coronavirus».

Non solo, le istituzioni sono talmente convinte della bontà di questo sistema che nei bandi per gli 8 Duc, i distretti per il commercio in città, finanziati da Comune Regione e privati siano stati inseriti incentivi per l'acquisto di questi impianti, che costano circa 2mila euro, per gli esercizi che partecipano.

Che i commercianti milanesi abbiano una sensibilità e un'attenzione per l'ambiente lo dimostrano anche i progetti per il recupero del materiale edile presentato all'assessore Grandi del Comune da Federcomated Confcommercio Milano e per l'utlizzo di vernici mangiasmog presentato da Assicc Confcommercio Milano l'associazione italiana del commercio chimico.

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