"I mariti non le fanno andare". Meno donne migranti a scuola di italiano

Il calo delle iscrizioni alla scuola di italiano per sole donne sarebbe dovuto all'opposizione dei mariti: "Si oppongono e costringono le donne a rimanere a casa"

"I mariti non le fanno andare". Meno donne migranti a scuola di italiano

Parrocchie, comunità, fondazioni, comitati di quartire. Sempre più enti organizzano scuole di italiano per stranieri, per la maggior parte gratuiti, per permettere ai migranti di imparare la lingua e integrarsi di più con la cultura del Paese nel quale arrivano.

Alla Scuola Francesca Amoni, in via Marsala a Milano, i corsi di italiano sono iniziati 6 anni fa, quando è stata aperta la Casa delle donne. È una scuola che ospita solo donne, per permettere loro di condividere forme di intimità e aprirsi maggiormente durante le lezioni. Qui arrivano ragazze da ogni parte del mondo, molte delle quali erano destinate alla prostituzione, ma che ora cercano di rifarsi una vita.

Ma spesso, a mettersi di traverso, non sono scafisti che vogliono venderle al miglior offerente o comunità che non le accolgono. Il vero ostacolo, spesso sono i mariti. "Capisci il loro disagio - spiega al Corriere della Sera la presidente Roberta Larghi - i mariti le costringono a restare a casa".

Non è facile allargare le classi, dicono, e le iscrizioni sono in calo: "Cerchiamo di comunicare la possibilità che hanno ma qualche giorno fa all’Asl non hanno accettato i nostri volantini perché non abbiamo il logo del Comune o della Regione. Al mercato di via Eustachi ho dato il volantino a una venditrice velata che aveva un banchetto. Il marito mi ha cacciato".

La scuola, inoltre, oltre

all'insegnamento dell'italiano, offre anche corsi di musica, laboratori di sartoria e gite scolastiche. Un modo per aiutare le donne migranti ad inserirsi nella comunità, che spesso viene vanificato, dall'opposizione dei mariti.

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