Roberto Maroni prepara già la sua successione al vertice della Lega e nel consiglio di ieri in via Bellerio ha nominato Matteo Salvini e Flavio Tosi vice segretari federali in sostituzione del lombardo Giacomo Stucchi, del veneto Federico Caner e della piemontese Elena Maccanti. Una chiara indicazione della direzione che sta prendendo il progetto di rinnovamento avviato da Maroni nell'era post Bossi e che si concluderà tra un anno quando è stato convocato il congresso per eleggere il nuovo vertice. Oltre 15 mesi prima della naturale scadenza del mandato Maroni, ma come ha chiesto lui stesso alla vigilia delle elezioni europee. Ma non solo perché, secondo Maroni, «ci saranno di nuovo anche le elezioni politiche: diventa un vero e proprio big bang e il congresso bisogna farlo prima. Ritengo utile, con gli scenari che sono cambiati, garantire il ricambio». A cominciare dalla nomina di Salvini e Tosi. «Ho scelto due persone che sono giovani, che hanno la capacità di guidare la Lega, due che valgono, su cui voglio investire, leali al 100 per cento, due leghisti doc». Soddisfatto Salvini: «Spero di esserne all'altezza. Quando nel 1990 a 17 anni ho fatto la mia prima tessera della Lega, mai mi sarei aspettato di avere tanto». Chiaro che nel rispetto degli equilibri geopolitici, potrebbe essere proprio lui il successore di un Maroni che alla domanda se la Lega è pronta ad avere un segretario federale veneto, ieri ha risposto che «la Lega è pronta a tutto». Le parole felpate della diplomazia, ma sarà difficile che i lombardi rinuncino alla guida del partito. Si vedrà, anche perché Maroni non ha escluso una sua ricandidatura.
Ma il consiglio federale di ieri ha costituito anche il comitato esecutivo che avrà tutti i poteri «tranne le nomine e l'approvazione del bilancio» e di cui fanno parte i segretari nazionali (come nella Lega si chiamano i responsabili regionali), oltre al presidente federale Umberto Bossi e al responsabile organizzativo Roberto Calderoli. «Con le ultime vicende - ha detto Maroni - possiamo dire conclusa questa fase e oggi se ne apre una nuova. Si chiude una pagina di conflitti interni». Poi l'annuncio che la Lega diventerà un partito finanziato solo dai tesserati. «Abbiamo approvato una bozza di bilancio molto severa nella prospettiva di avere zero finanziamento pubblico e zero rimborsi dal prossimo anno. Il principio è l'autofinanziamento, non vogliamo soldi da nessuno tranne che dai militanti».
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