«Non voglio fare il tris ma grattacieli e metrò li abbiamo creati noi»

L'ex sindaco contro le bugie della giunta arancione «Non hanno fatto nulla da lasciare in eredità alla città»

Sembra di sentire l'urlo di King Kong in questa battaglia dei grattacieli. Se il sindaco Giuliano Pisapia si vanta della «nuova città verticale», il papà della nuova skyline, Gabriele Albertini, si inalbera: «Siccome non ha fatto quasi nulla, parla delle cose che hanno fatto gli altri». A rendere la contesa più animata arriva la vicesindaco, Ada Lucia De Cesaris: su facebook replica secca ad Albertini e accusa le amministrazioni di centrodestra di aver fatto «tanti errori e tanti danni».

Pisapia esalta la Torre Unicredit e del grattacielo Diritto di Isozaki, De Cesaris dice che i nuovi grattacieli hanno «forza» grazie all'amministrazione di sinistra. Lei che risponde?

«Una rivendicazione assolutamente sballata. Hanno trovato le cose strategicamente pronte e hanno bloccato il Pgt che avrebbe dato impulso alla città. Sono stati i più grandi oppositori dello sviluppo urbanistico, adesso se ne appropriano e se ne vantano».

De Cesaris, delfina del sindaco, accusa i piani urbanistici passati di gigantismo e poco verde...

«Difende una visione del mondo, alla Celentano, che vuole il prato della via Gluck. Una venatura molto talebana sotto questo profilo».

Pisapia ha accusato Palazzo Lombardia di essere monumento all'ego di Formigoni.

«È una critica assurda. Il Comune ha preso 100 milioni di euro di oneri di urbanizzazione, la Regione ha risparmiato in affitti passivi 20 milioni l'anno e l'edificio ha ricevuto il premio mondiale 2012 da una giuria di Chicago».

Sia Albertini che Pisapia si vantano di avere amministrato senza avere guai con la giustizia. Qualcosa che vi accomuna?

«Noi abbiamo fatto spese in opere pubbliche per 6 miliardi, e movimentato 30 miliardi di investimenti privati e nessuno ha avuto nulla da dire sulla regolarità. Sulla giunta Pisapia c'è ancora l'ombra del caso Sea e non ha fatto niente che gli sopravviverà. Se poi vuole mettersi la medaglietta delle coppie di fatto, faccia pure...».

Nel suo libro Pisapia dice di aver trovato una città chiusa, sospettosa, dove quasi si scrivevano i nomi delle strade in dialetto.

«Nel '97 ho ereditato la Lega al 16 per cento e nel 2006 era sotto il 4 e aveva un solo consigliere comunale: Salvini. Anche dopo, la situazione non era certo quella che descrive lui».

E le accuse di fallimento del piano parcheggi?

«I problemi parcheggi sono partiti con la Moratti, ma l'attuale giunta sarebbe da denunciare per aver provocato danni erariali per 10 milioni di euro e aver pagato per non fare il parcheggio di piazza Lavater».

Ma lei davvero rifarebbe il sindaco come propone qualcuno?

«Sono troppo anziano ed è un lavoro troppo impegnativo per stress, criticità, difficoltà. Chi ha fatto sia il ministro dell'Interno che il sindaco di una grande città, dice che fare il ministro dell'Interno si fa con una mano sola e per fare il sindaco ce ne vogliono due».

Il suo candidato sindaco ideale?

«Maurizio Lupi, angariato da una gogna mediatica che ho considerato una vera e propria barbarie. Da assessore all'Urbanistica della mia giunta, è stato uno dei protagonisti dello sviluppo di Milano. Ha qualità politiche, personali, umane ma per provarci va unificato il centrodestra».

Vuol dire che è indispensabile l'accordo con la Lega?

«Maroni governa la Lombardia con

una coalizione che potrebbe essere riprodotta anche a Milano, se la posizione della Lega di Salvini si trasformerà. I cambiamenti di linea sono sempre possibili: Salvini ha iniziato la sua attività politica al Leoncavallo».

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